Doveva essere un villaggio turistico. Diventerà invece una parrocchia con la chiesa e gli spazi dell’oratorio. È la destinazione di un bene confiscato alla mafia a Campofelice di Roccella, nel Palermitano. Il terreno e la struttura sono stati assegnati alla Curia di Cefalù che, in attesa di farli diventare un luogo di culto, qui organizza da quest’anno incontri e iniziative di promozione sociale.
Il 30 luglio sarà il vescovo Giuseppe Marciante ad aprire, dopo la celebrazione eucaristica, un confronto sui beni confiscati alla mafia in un luogo simbolicamente sottratto a Cosa nostra. Lo spunto viene dalla presentazione del libro di Rosa Laplena “I beni confiscati alla criminalità organizzata” nel quale si fa un bilancio dell’applicazione della legge 109 del 1996 promossa dall’ex magistrato del pool antimafia Giuseppe Di Lello durante la sua esperienza parlamentare. Sarà proprio Di Lello a ripercorrere il tema della gestione sociale dei beni confiscati.
Ne parleranno anche Cesare Arangio, presidente della Confcooperative di Palermo, e Giuseppe Salvaggio, presidente dell’Azione cattolica della Diocesi di Cefalù. Modera la serata la giornalista Gilda Sciortino. “La mafia è ladra di libertà”, aveva detto il vescovo Marciante quando, un anno fa, il bene confiscato era stato consegnato alla Curia. La nuova chiesa, aveva annunciato il prelato in quella occasione sarà, intestata a don Pino Puglisi e al giudice Rosario Livatino uccisi dalla mafia.