La medaglia d’argento al valor militare conferita al tenente Alberto Garau, ufficiale della Brigata “Sassari” caduto eroicamente durante il Primo conflitto mondiale, da oggi sarà custodita nel Museo storico dei “diavoli rossi”, nella caserma “La Marmora” di piazza Castello, sede del Comando Brigata.
La prestigiosa onorificenza, insieme ad altre decorazioni e cimeli appartenuti all’ufficiale, è stata consegnata questa mattina da Alberto e Patrizio Rinaldi, nipoti del decorato, nelle mani del comandante della Brigata “Sassari”, il generale Stefano Messina. Nel corso dell’incontro il generale Messina ha espresso gratitudine agli eredi dell’ufficiale per la significativa donazione che farà bella mostra di sé al museo della Brigata, meta di numerosissimi visitatori. Il generale ha poi ricordato i due importanti fatti d’arme nei quali il tenente Garau si distinse e che gli valsero il conferimento della medaglia d’argento al valor militare. La figura eroica di Alberto Garau balza agli onori della cronaca per un altro singolare episodio.
Nel 1917, la sua unica figlia di nome Silvia compare nella prima pagina della Domenica del Corriere. Achille Beltrame, lo storico disegnatore della testata, raffigura infatti “la figlia dell’eroe”, di due anni e mezzo, quando, in piazza Sordello a Mantova, ricevuta dal generale Bompiani la medaglia d’argento assegnata in memoria del padre, esclama la frase “Viva l’Italia! Viva il Re”. Inserito nel circuito dei musei dell’Esercito Italiano, il Museo storico della Brigata “Sassari” ha lo scopo di custodire la memoria e le tradizioni dei “diavoli rossi”, i leggendari “dimonios”, soldati prevalentemente reclutati in Sardegna, esempio unico per compattezza, abnegazione e valore militare dimostrati nel corso del Primo conflitto mondiale, che contribuirono in modo determinante al processo di unificazione dell’Italia.