Esperti ateneo Sassari decisivi per cattura ‘lupa del Piave’

L’Università degli Studi di Sassari ha svolto un ruolo determinante nella cattura di una lupa femmina che aveva seminato il panico tra gli abitanti della provincia di Treviso.

La ‘squadra catture’, coordinata dal professor Marco Apollonio del dipartimento di Medicina veterinaria, è stata decisiva per risolvere una situazione che aveva creato forte preoccupazione nella popolazione locale.

L’animale, ribattezzato dalla stampa “La Lupa del Piave”, è stato catturato con successo nella notte tra sabato 14 e domenica 15 settembre vicino a Cimaldomo, al termine di un’operazione coordinata dalla Regione Veneto.

L’intervento ha coinvolto anche le polizie provinciali di Treviso e Belluno e il Servizio veterinario dell’Ulss 2.

Nell’arco di tre mesi, nella pianura di Treviso lungo il Piave sono state segnalate numerose comparse della lupa, un esemplare di circa un anno e mezzo: episodi di cani sbranati e una presenza inquietante e minacciosa durante sagre ed eventi all’aperto.

E’ stata così istituita una task force per pianificare la cattura, con l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio, preservando al contempo l’integrità dell’animale. A questo punto è entrata in gioco l’equipe guidata dal professor Apollonio, ordinario di Zoologia e coordinatore del corso di laurea in Wildlife Management dell’Università di Sassari. Al gruppo operativo hanno partecipato gli esperti Duccio Berzi, Siriano Luccarini, Michele Zanni, Guido Rastrelli ed Ehsan Saeidi, un veterinario, studente iraniano dello stesso corso di laurea sassarese. Dopo la cattura, l’esemplare è stato visitato, sottoposto a esami clinici e radiografici, e infine trasferito in un Centro di recupero della fauna selvatica.

“Per l’Università di Sassari, questa operazione rappresenta un successo – commenta il professor Apollonio – Conferma le buone pratiche che stiamo sviluppando nel campo della gestione della fauna. Il rapporto con i grandi mammiferi, come il lupo, è una questione sempre più centrale. La loro presenza è in aumento non solo in Veneto, ma anche in molte altre regioni italiane.

Sebbene ciò sia senza dubbio un segnale positivo per l’ambiente, richiede però l’adozione di strategie preventive per garantire una convivenza sicura tra questi animali e le comunità locali”.

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