Fao, in Medio Oriente 60 milioni persone denutrite

La denutrizione nella regione del Vicino Oriente e il Nord Africa (Nena) dilaga.

Secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura è aumentata del 75,9% dal 2000 e la situazione a Gaza, insieme al protrarsi delle crisi in Sudan, Siria e Yemen, è stata definita “molto preoccupante”, dal Direttore Generale della Fao, Qu Dongyu, intervenendo alla conferenza, che ha riunito ad Amman, funzionari governativi, accademici, rappresentanti del settore privato e della società civile della regione.

Secondo gli ultimi dati della Fao, nel 2022 la fame negli Stati arabi ha raggiunto il valore più alto dall’inizio del millennio, con 59,8 milioni di persone denutrite. Ciò significa che è alla fame il 12,9 per cento della popolazione, ben al di sopra della media mondiale del 9,2 per cento. In totale, secondo la Fao, circa il 60% della popolazione della regione soffre la fame o non può permettersi una dieta sana. La regione, infatti, è fortemente dipendente dalle importazioni di cibo, a causa della rapida erosione del suolo e all’esaurimento delle risorse agricole. In tutta l’area all’insicurezza alimentare concorrono gli effetti dei conflitti e delle guerre in corso, ma anche gli effetti della crisi climatica, la scarsa disponibilità pro capite di acqua dolce, la crescita demografica e l’urbanizzazione, nonché l’elevata dipendenza dalle importazioni alimentari. Il punto più critico al momento è Gaza, dove la popolazione “sta vivendo livelli catastrofici di insicurezza alimentare con un alto rischio di carestia”.

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