“Far west Eolico”, Giagoni: «Carta straccia la moratoria regionale per la realizzazione e messa in opera degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna. Verrà sicuramente impugnata dal Governo per conflitto di attribuzioni dello Stato davanti alla Corte costituzionale.».
La giurisprudenza costituzionale non lascia spazio a interpretazioni nell’attribuire allo Stato l’emanazione dei principi fondamentali in materia di energia, compresa l’individuazione di aree idonee e non idonee per il posizionamento degli impianti e la predisposizione di un’autorizzazione, previa l’intesa in Conferenza Stato-Regioni-Province autonome. In sostanza, disciplinando le procedure per l’autorizzazione degli impianti di energia a fonti rinnovabili non sono tollerate eccezioni sul territorio nazionale. «L’articolo 20, comma 6, del D.Lgs 199/2021 non lascia spazio a molte interpretazioni, non si possono prevedere moratorie in attesa dell’individuazione delle aree idonee. – commenta Giagoni – La norma sarà certamente ritenuta incostituzionale, qualora approvata, e il gioco politico andrà ancora una volta a scapito dei cittadini che sperano di veder protetto e tutelato il proprio territorio!
La Regione Sardegna, semmai, in qualità di coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia della conferenza permanente Regioni e Province autonome doveva mirare a far approvare una proposta di moratoria a efficacia nazionale in quella sede. Lo stop dei 18 mesi proposto dalla giunta Todde attraverso il DDL approvato durante l’ultima seduta di Giunta, non sarebbe un fermo alle autorizzazioni, perché le istruttorie sono competenza nazionale, ma uno stop alla realizzazione degli impianti. Immaginabili le conseguenze negative con richieste di risarcimento nei confronti della Regione.
Ciò che maggiormente dispiace è che con questo atto si sta prendendo volutamente in giro il popolo, quel popolo che ha scelto di farsi guidare dall’attuale maggioranza con il solo e non dichiarato intento di proseguire la campagna elettorale anche in questo post elezioni. – prosegue il Leghista – Se si intende arrivare a una conclusione seria e ponderata del problema sarebbe di gran lunga preferibile il dialogo con il governo centrale e con lo stesso parlamento, magari con azioni congiunte e non limitandosi alla predisposizione di una mozione ad opera di una sola frangia del campo largo che non fa altro che inseguire gli alleati in questa corsa al mantenimento del consenso popolare che potrebbe venir meno a favore di una Governatrice che rischia di diventare per loro stessi un po’ ingombrante. Oppure, semplicemente, queste azioni tendono a cercar di confondere le acque per non dar troppo a vedere che sono talmente litigiosi da non riuscire nemmeno a nominare i Presidenti di Commissione in Consiglio, tenendo dunque l’intera macchina amministrativa ferma.
Anche io, – conclude – da esponente del centrodestra e deputato rimango a disposizione per un confronto serio a favore della mia terra e del mio popolo, anche se ho il triste presentimento che questa mano tesa non verrà mai afferrata».