A Cagliari comincia a sentirsi aria di campagna elettorale, s’avvicinano in sincrono Comunali e Regionali, con tutto ciò che comportano in termini di strategica costruzione di tensione politica.
Non solo a Cagliari, in clima elettorale si rivitalizzano memorie politiche scomparse che, nella migliore delle ipotesi, traghettano lo 0,5-1%: questo per raccontare di giovani attivisti di destra radicale, che hanno avuto l’ardore di spingersi fino al portone del Liceo Artistico e Musicale Foiso Fois, l’hanno fatto nel nome dell’errata convinzione che l’arte possa essere di destra o di sinistra, rappresentando il Liceo Artistico e Musicale come roccaforte di sinistra (chi sa cosa ne penserebbe dall’altrove Franco Battiato o Giovanni Lindo Ferretti, prima comunista, oggi militante di destra cattoestremista), hanno tappezzato l’ingresso di manifesti, impedendone la rimozione e picchettandone l’accesso.
Perché questo avviene nel 2023? Perché (come sempre), in prossimità della campagna elettorale, s’alimentano e si muovono in cerca di visibilità, nostalgiche forze politiche storicamente estinte, funzionali a passatiste rimembranze che, dovrebbero traghettare voti a destra come a sinistra, anche verso forze amministrativo politiche di governo che si presentano moderate, rispettabili e presentabili, rispetto alle estreme protesi tentacolari che ne rappresentano basi storiche ed ideologiche.
In questo clima si strizza l’occhio o demonizza il fenomeno estremista di minoranza (magari fomentandolo in modalità sottocutanea, senza prenderne le distanze), ci si fotografa dopo avere affisso i manifesti o si capovolgono fotografie invocando piazzale Loreto, demolendo la dialettica politica e svuotandola di contenuti nel nome di scandali mass mediatici artefatti.
Mi è arrivato un video, girato da studenti del Foiso Fois, dove dialogano con giovani attivisti “neri”, nonostante questi picchettino l’ingresso della loro scuola, attivisti di destra radicale, che con un lessico fuori da questo tempo, si confrontano con animosità, un genitore di uno degli studenti del Fois dice agli attivisti “avete sbagliato epoca, non siamo più negli anni settanta”, tutto desta la naturale preoccupazione di qualche genitore, si pensa possa esserci un aumento di “tensione”: ridurrei la questione al nulla, lo farei nell’interesse dei giovani e degli studenti Cagliaritani, per evitare che finiscano vittime di strumentalizzazioni politiche, che mai dovrebbero entrare nella scuola pubblica (se non in chiave didattica o dialetticamente critica).
Nulla nella scuola pubblica contemporanea, e in un Liceo della storia e del prestigio, nazionale e internazionale, come il Foiso Fois, deve avere a che fare, con rivoli e protesi politiche, che sciacallano da settant’anni su giovani e il loro protagonismo: scorretto, fuorviante e peccaminoso, è mobilitare giovani energie in cerca di visibilità per qualche voto in più (si mostrano i giovani, disinteressandosi del loro futuro, ma dietro di loro c’è molto, tanto, troppo di più), questo nel nome di linguaggio e retorica passatista, sulla quale si fonda l’erronea credenza che in tal modo i giovani possano politicamente autodeterminarsi ed essere protagonisti, ma quanto questo è distante dalla sintesi e la complessità di questo tempo? Gli studenti del Foiso Fois, sono studenti d’arte, creativi che sanno cosa è lo spirito del tempo, e nel nome di questo sanno accettare un confronto dialettico, sanno fare presente che loro interessa vivere le problematiche e le dinamiche di questo tempo, cosa altro dovrebbero fare i giovani artisti? Agli attivisti di destra sociale estrema (ma anche a quelli di sinistra), consiglio due cose: non perdere tempo a etichettare l’arte e la cultura come qualcosa di sinistra, o destra, perché questo denota anche ignoranza storica verso quello che gli artisti in Italia hanno determinato in epoca fascista(a proposito qualcuno ricorda che il fascismo nacque socialista?), evitate di fare ideologia politica in cerca di proseliti, voti e visibilità, in un Liceo Artistico e Musicale, dove da sempre si formano coscienza autonome, libere ed autodeterminate, perdere tempo, anche se si è giovani, non è sano (e neanche troppo intelligente), confrontarsi può esserlo, ma per farlo non si deve essere servi dell’ideologia, si deve essere disposti a porla in discussione e coglierne i limiti, la libertà e l’autonomia di pensiero, sono la vera forma di disciplina che garantisce un sano vivere comune.
Non è picchettando dall’esterno un Liceo, dopo avere posto all’ingresso dei manifesti che recitano “Fa ciò che vuoi!”, che s’alimenta libertà di pensiero, espressione e ricerca, in questa modalità s’osteggia la libertà di studio, ricerca, comprensione e integrazione dell’arte (e dell’altro), se questo è il modo dei fare, dei giovani attivisti della destra sociale estrema (si può scrivere d’inconsapevoli fascisti, per ignoranza o carenze di studio?), l’unica frontiera è l’emarginazione e l’isolamento, non può esistere Liceo o Accademia in Italia, che non sia antifascista, nel nome della libera espressione dell’altro e dell’arte.
di Mimmo Di Caterino