Febbre dell’oro in Mali: arrestati tre dirigenti di una miniera australiana

The pure gold ore found in the mine on a stone floor

Il Mali è il terzo produttore di oro dell’Africa e soprattutto per questo è salita la febbre dell’oro già all’indomani della liberazione popolare che ha cacciato il regime filo francese e ha portato al potere un nuovo gruppo di potere alternativo che guarda con molta attenzione verso la Russia.

Il Mali è un paese poverissimo, ma ricchissimo di risorse naturali, la produzione annua di oro  è di 66,5 tonnellate e il pregiato minerale è uno dei principali pilastri dell’economia del Paese: rappresenta il 25 per cento delle entrate fiscali. Questa preziosa risorsa svolge un ruolo cruciale nello sviluppo economico del Mali.

Nei giorni scorsi tre dirigenti della compagnia Australiana Resolute Mining, dopo essersi recati in Mali per discutere con le autorità di Bamako alcune questioni fiscali relative a pratiche commerciali della compagnia nel Paese sono state arrestate con l’accusa di presunta frode e danni erariali. I tre sono stati immediatamente portati nel centro di detenzione dove vengono trattenuti coloro che sono coinvolti in atti di corruzione e crimini economici.

E, come ha precisato Serge Daniel, autorevole e apprezzato giornalista, collaboratore di importanti testate francesi, “sono in ballo grosse somme di denaro, la società deve molti soldi allo Stato maliano. Le pratiche commerciali della compagnia australiana sono tutt’altro che ortodosse e trasparenti”.

Resolute Mining detiene l’80 per cento della miniera aurifera di Syama, nel sud-ovest del Paese, mentre il restante 20 per cento è nelle mani del governo maliano, secondo quanto riportato sul sito web dell’azienda. “Stiamo lavorando con il governo maliano per trovare un accordo che possa garantire il futuro a lungo termine del giacimento d’oro di Syama, ma allo stesso tempo la nostra priorità assoluta rimane la sicurezza e il benessere dei dipendenti”.

La compagnia australiana, pur di salvare la faccia e di far uscire di galera i propri quadri si è detta pronta a sborsare decine di milioni di euro, come ha riportato Serge Daniel nel suo account X: “Mezzo miliardo di CFA (circa 76,5 milioni di euro) subito e altrettanti a medio termine”. Un protocollo d’intesa in tal senso sarebbe stato siglato ieri tra le autorità maliane e la compagnia australiana. I dirigenti saranno liberati non appena arriva il primo assegno milionario.

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