In tanti hanno voluto salutare Gigi Riva, Gigi per tutti i cagliaritani e i sardi che lo avevano accolto come un figlio nella loro terra.
Sino alle 22 di ieri, orario di chiusura della camera ardente sistemata nell’atrio della Unipol Domus, migliaia di persone si sono messe in coda, per oltre un chilometro, per omaggiare non solo il grande campione del Cagliari dello scudetto e della Nazionale, ma anche l’uomo. Molti, infatti, lo hanno conosciuto già quando aveva già terminato la sua carriera sportiva, della quale hanno solo sentito parlare e visto su tv e internet, e hanno apprezzato l’uomo, generoso e schivo, fuori dal campo. In fila, anche da questa mattina alle 7, non solo tifosi ma anche famiglie con bambini e tanti giovani.
Davanti alla Basilica di Bonaria si stanno allestendo due maxi schermi nel sagrato e nella piazza dei Centomila. Anche qui, infatti, è attesa una grande folla per partecipare ai funerali del campione del Cagliari e della Nazionale. Nel frattempo prosegue l’omaggio composto e silenzioso: migliaia di tifosi e di estimatori Riva che da ieri affollano lo spiazzo tra il vecchio e il nuovo stadio.
Dal presidente federale, Gabriele Gravina, al ct azzurro Luciano Spalletti, passando per i campioni del mondo del 2006: la delegazione Figc, giunta a Cagliari in tarda mattinata, ha reso omaggio a Gigi Riva, prima con la presenza alla camera ardente e nel pomeriggio con la presenza ai funerali del capocannoniere assoluto della storia della nazionale. Con Gravina, fanno parte della delegazione Figc arrivata da Roma Matteo Marani e Giancarlo Abete, presidenti rispettivamente della Lega Pro e della Dilettanti, l’ex n.1 della federazione, Franco Carraro, Spalletti col team manager azzurro e campione del mondo 2006 Gigi Buffon, Fabio Cannavaro che di quell’Italia era capitano, e poi Simone Perrotta, Marco Amelia, Angelo Peruzzi, Marco Tardelli e Giancarlo De Sisti. Alle esequie parteciperà anche il presidente del Coni Giovanni Malagò.
“Eroi come Riva non smetteranno mai di esserci vicini: lui aveva questa grande qualità di essere umile e perbene. Aveva la caratteristica di essere un protagonista senza voler attrarre i riflettori su di sé. Per lui erano importanti i suoi cari, gli amici. Emblematico il comportamento dopo la vittoria del mondiale: lui si eclissa per lasciare la luce agli altri”, ha detto Spalletti. “Il soprannome – ha aggiunto – dice molto: il suo tiro e il suo valore morale facevano più rumore delle sue parole”.