articolo 4 del disegno di legge delega per la riforma fiscale stabilisce che l’Amministrazione finanziaria avrà “la necessità” di “motivare sempre gli atti” che invia al cittadino, che dovranno, perciò, essere fondati su “dati ed elementi certi” e indicando “le prove” dell’accertamento, e non, “come avviene oggi, su elementi di semplice presunzione” di un comportamento scorretto.
È così che il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti Salvatore Regalbuto spiega i contenuti del capitolo del provvedimento governativo all’esame dell’Aula della Camera, evidenziando la scelta del governo di “rafforzare”, con questa previsione normativa, “l’applicazione dello Statuto dei diritti del contribuente” (una legge del 2000 rimasta in parte disattesa, ndr), attraverso l’obbligo di motivazione degli atti impositivi da parte del Fisco.
Nel testo di riforma dell’assetto tributario, al vaglio dell’Aula della Camera, all’articolo 4 c’è “l’ampliamento dello strumento dell’autotutela”, con la possibilità di presentare istanza per ottenere “l’annullamento totale, o parziale” dell’atto inviato dall’Amministrazione finanziaria, qualora contenesse degli errori, anche quando
l’atto sia divenuto definitivo.
Si tratta, osserva il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti Salvatore Regalbuto, di un elemento che va indubbiamente a vantaggio del contribuente, così come, sempre all’articolo 4 del testo, la previsione del contraddittorio preventivo a pena di nullità degli atti” del Fisco con i cittadini, o con le imprese, una
strada per “evitare che l’avviso di accertamento sia emesso in una versione non corretta”, segnala il professionista, grazie alla chance, per le parti, di “confrontarsi nella maniera il più possibile efficace”.
La riforma del sistema tributario cancella una serie di piccole tasse che fanno parte di quella “miriade di adempimenti, cui finora siamo stati soggetti”, tra cui “imposte di bollo e di registro” e somme da pagare per concessioni governative: la disposizione è contenuta nell’articolo 10 del provvedimento all’esame dell’Aula della Camera, come ricordato dal tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti Salvatore Regalbuto.
Nel corso dell’esame in commissione Finanze è stato, poi, introdotto uno specifico principio di delega diretto al riordino delle tasse automobilistiche, valutando l’eventuale progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt (il cosiddetto superbollo), dopo l’approvazione dell’emendamento del deputato di FdI Andrea de Bertoldi.