Ieri i dirigenti medici dell’azienda Brotzu hanno ricevuto, peraltro in ritardo rispetto alle scadenze, il salario accessorio. La cifra pro capite è di circa 8000 euro inferiore ai colleghi di altre aziende regionali. Pesa in questo, senza dubbio, l’inerzia e la poca chiarezza nei conti dimostrata dall’azienda in questi anni.
Ritengo sia necessario un’azione immediata da parte dell’Assessorato regionale. Per verificare i bilanci e i fondi dell’Arnas e per applicare una volta per tutte la legge regionale.
Nel 2023 in finanziaria, pur con un governo regionale di un altro colore politico, fu meritoriamente accolta una nostra proposta: uno stanziamento di dieci milioni per rendere uniformi le retribuzioni nelle diverse aziende livellandole, come è giusto che sia, verso l’alto. A distanza di quasi due anni, nonostante il governo abbia rinunciato all’impugnazione di quell’articolo e altre regioni a statuto speciale abbiano messo in atto decisioni simili, nonostante la corte costituzionale con la sentenza n.124 abbia chiarito la legittimità di tale azione, la legge in questione è ancora colpevolmente disapplicata. Non è accettabile.
Chi, come me, ha partecipato all’audizione effettuata dalla commissione sanità al Brotzu due settimane fa non può non essere preoccupato. Mai prima d’ora il principale hub della Sardegna era apparso in così grandi difficoltà. Nemmeno nei giorni grigi dell’emergenza COVID.
Alle problematiche gestionali e sanitarie legate, in grandissima parte, alle ripercussioni dovute ai reparti chiusi nel territorio e alla crisi della medicina territoriale, si aggiunge un diffuso e evidente malumore tra chi, tutti i giorni e tutte le notti, lavora nelle corsie dell’ospedale e vede bistrattata, ancora una volta, la propria professionalità.
Siamo a disposizione, in Consiglio e in commissione, per contribuire alla verifica dei conti dell’azienda e per lavorare verso una soluzione organica che finalmente metta fine alla questione e consenta l’applicazione della legge.
Oggi il primo problema da risolvere è quello della fuga del personale sanitario dai nostri ospedali, in particolare da quelli responsabili delle cure più complesse.
Senza una politica di valorizzazione del capitale umano, coerente e senza prese in giro, sarà impossibile arrestare questo flusso e, insieme ad esso, quello dei pazienti sardi disgraziatamente condannati a curarsi fuori regione o a rinunciare alle cure, afferma Francesco Agus, Consigliere Regionale dei Progressisti.