La storia insegna che un popolo vessato, derubato della propria terra, che vede i propri diritti violati sistematicamente, arriverà al punto di reagire, di mettere in atto la resistenza e lottare per la propria autodeterminazione.
Quello che avviene in questi giorni in Palestina, a Gaza, è la conseguenza di anni di embargo, di negazione del diritto ad avere cure, scuole, servizi, insomma una vita dignitosa a cui tutti aspiriamo. Gaza reagisce, a sorpresa forse solo per Israele e per gli stati che lo sostengono. Ma la rivolta è maturata, nel sonno della comunità internazionale, negli anni della sofferenza, delle restrizioni della libertà di movimento, della continua aggressione da parte delle forze di occupazione, delle angherie subite ad opera dei coloni, delle morti dovute alla mancanza di cure e farmaci per un feroce embargo economico, delle esecuzioni efferate di innocenti.
Il popolo di Gaza ha deciso di morire piuttosto che vivere da miserabile.
Il mondo, che è rimasto a guardare indifferente in questi anni, continua ad etichettare impropriamente come “terrorismo” la resistenza palestinese, oggi si sorprende… senza avere mai aperto gli occhi a riconoscere i soprusi perpetrati da Israele, in connivenza con la violazione dei diritti umani e il diritto di ogni popolo di vivere nella terra di appartenenza.
Ma quale sorpresa? Si poteva evitare togliendo il consenso incondizionato ad uno stato che propugnava nefandezze come l’occupazione di terre, l’imprigionamento di minori, la detenzione senza accusa con la mancanza di garanzie che appartiene ad ogni stato democratico.
Questo è Israele e la Palestina ha diritto alla libertà, alla vita, al riconoscimento del diritto all’autodeterminazione.
Noi sosteniamo la resistenza palestinese che in questo momento sta pagando anche con la propria vita il desiderio di libertà. 400 morti e oltre 2000 feriti.
Vite “indegne di essere vissute” che non vengono considerate, nei commenti di oggi come in quelli di ieri, alla pari di quelle degli “antagonisti”, vite che noi piangiamo e che il mondo deve riconsiderare come vittime della Resistenza.
“Ci incontriamo mercoledì 11 ottobre alle ore 19 a Cagliari in via Monte Santo 28, per proporvi un momento di informazione libera sulla situazione attuale di Gaza con una discussione aperta a tutti i sostenitori del popolo palestinese. Ci proponiamo nei prossimi giorni una manifestazione di solidarietà da organizzare insieme a tutte le forze solidali presenti in Sardegna”, affermano i promotori dell’associazione Amicizia Sardegna Palestina.