Quello del cinema è un percorso complesso che prevede impegno, nonostante i mezzi attuali come gli smartphone diano l’impressione che sia tutto più facile di quel che è in realtà.
“Al centro c’è sempre la storia.
La facilità tecnica di adesso non aiuta a risolvere le difficoltà necessarie per realizzare un film. Un esercizio che ero solito proporre ai miei studenti al Centro sperimentale di cinematografia era Scritto e diretto. Consisteva nell’elaborazione di una semplice, embrionale idea dei ragazzi attraverso tutto il percorso che da un’intuizione porta a un girato finito, di tre, cinque, dieci o un solo minuto”.
“Cercate quanto di più personale avete e rischiate”. E’ uno dei consigli che il regista Giulio Amato ha voluto consegnare agli studenti dell’Università di Udine, durante un incontro organizzato dal Comune e dall’ateneo con il supporto di Film Commission Fvg, Kavac Film insieme a Rai Cinema.
Autore di titoli come Lamerica (1994), Così ridevano (1998), Hammamet (2020) e Il signore delle formiche (2022), Amelio girerà a fine mese la sua nuova pellicola – Campo di battaglia è il titolo provvisorio – anche nel centro storico di Udine, in particolare all’interno dello storico Caffè Contarena e nei pressi di Palazzo D’Aronco.
“Non studiate – ha detto provocatoriamente agli studenti – ma fate in modo che lo studio faccia parte dei piaceri della vita e che non sia un obbligo di servizio. Deve essere passione e arricchimento, allo stesso modo del cinema, non bisogna sempre esprimere un giudizio e una critica, è più utile invece vedere tutto, assorbire e poi formare un’idea. Per questo dovreste andare a vedere i film cosiddetti ‘brutti'”.
Amelio ha quindi invitato gli aspiranti cineasti e attori a “scrivere qualcosa sempre, anche la più piccola delle idee, e a non dimenticarsi di leggere. Scrivendo impariamo a capire cosa vogliamo raccontare, come lo vogliamo fare e cosa vogliamo dire a noi stessi e agli altri”.