Fuga dalla Sardegna per curarsi altrove.
L’Isola attrae prestazioni sanitarie per quasi 22 milioni, ma i pazienti sardi sborsano fuori dalla regione circa 86,5 milioni di euro.
Il bilancio complessivo del 2021vede la Sardegna tra le regioni con saldo negativo moderato con un debito di 64,7 milioni. È nella stessa fascia di Umbria (-31,2 milioni), Marche (-38,5), Liguria (-69,5), Basilicata (-83,5 milioni). Ed è sotto il gruppo con saldo negativo rilevante, tra i 108 milioni dell’Abruzzo e i 252,4 della Calabria.
Tutto questo costa al singolo residente sardo (spesa totale divisa per il numero degli abitanti) oltre cinquanta euro all’anno. Dalla mobilità attiva entrano invece nelle tasche dei sardi circa dieci euro a testa. Anche in questo caso il saldo è negativo: meno quaranta euro pro capite. Sono i dati principali del Report sulla mobilità sanitaria 2021 elaborato dalla Fondazione Gimbe.
L’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche dalle strutture private in mobilità ha un “peso” molto diverso tra le varie regioni. Solo il 16,4 per cento di chi arriva in Sardegna da altre regioni si rivolge a strutture private. Dati lontanissimi da Molise (90,5%), Puglia (73,1%), Lombardia (71,2%) e Lazio (64,1%). Nella stessa regione non sempre la capacità attrattiva del privato per i ricoveri ordinari e day hospital (in Sardegna oltre il 15 per cento) coincide con quelle della specialistica ambulatoriale (oltre il 21 per cento).