In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa 2024 del 3 maggio, la Federazione internazionale dei giornalisti punta i riflettori su Gaza e condanna l’uccisione di più di cento giornalisti e operatori dei media dall’inizio della guerra. «Si è trattato – si legge sul sito web della Ifj – di un attacco prolungato alla libertà di stampa e al “diritto del mondo alla conoscenza”, così come gli arresti arbitrari e le intimidazioni. La Federazione invita i governi di tutto il mondo, e in particolare il governo israeliano, a proteggere la vita dei giornalisti e la libertà di stampa in conformità con gli obblighi internazionali».
La Federazione internazionale sottolinea che «il bilancio delle vittime dei giornalisti a Gaza non ha precedenti. Almeno 109 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi nella guerra di Gaza dal 7 ottobre: 102 palestinesi, quattro israeliani e tre libanesi. È uno dei conflitti più mortali di sempre per i media, eppure c’è un’altra vittima: la libertà di stampa. Da quando il governo israeliano ha bloccato l’accesso dei civili alla Striscia di Gaza il 7 ottobre, in seguito all’attacco di Hamas, solo i giornalisti palestinesi residenti nell’enclave e, in misura molto limitata, le troupe dei media internazionali integrati nell’esercito israeliano in condizioni controllate, sono stati in grado di riferire sul campo».
Il segretario generale dell’Ifj, Anthony Bellanger, ha lanciato un appello: «È una questione di interesse pubblico globale che non solo i giornalisti locali ma anche quelli internazionali testimonino e documentino la guerra in corso a Gaza. Prolungare il divieto di ingresso nell’enclave significa negare al mondo un quadro fedele degli eventi a Gaza e viola deliberatamente la libertà di stampa. Questo è il motivo per cui, nella Giornata mondiale della libertà di stampa, chiediamo a Israele di smettere di prendere di mira i giornalisti e di violare la libertà di stampa, azioni che non sono proprie di una democrazia».
Nella nota si evidenzia come la Federazione internazionale e il Sindacato dei giornalisti palestinesi (Pjs) abbiano «lavorato a stretto contatto per raccogliere fondi di solidarietà per fornire supporto di emergenza ai giornalisti di Gaza attraverso il Fondo di sicurezza Ifj con la straordinaria solidarietà dei sindacati dei giornalisti. I prossimi sforzi congiunti si concentreranno sulla ricostruzione del panorama mediatico a Gaza. Grazie al sostegno dell’affiliata canadese Unifor dell’Ifj e dell’Unione norvegese dei giornalisti, nell’enclave verranno istituite redazioni solidali».
L’Ifj invita a effettuare donazioni a favore dei giornalisti palestinesi a questo link.
Il presidente della Federazione internazionale Dominique Pradalié ha dichiarato: «Dall’adozione della Dichiarazione di Windhoek nel 1991, poco è stato fatto per tutelare meglio i giornalisti nel diritto o nelle convenzioni internazionali. Oggi Israele sembra determinato a mettere a tacere i giornalisti di Gaza, anche a prenderli di mira. I crimini contro i giornalisti non devono rimanere impuniti. Esortiamo i governi di tutto il mondo a riconoscere pubblicamente il loro sostegno a uno strumento internazionale vincolante che protegga i giornalisti. Adottando tale Convenzione contro l’impunità, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite affermerà inequivocabilmente che i massacri contro i giornalisti, come quello in corso a Gaza, non si ripeteranno».
L’Ifj rende poi noto che giovedì 2 maggio a Santiago del Cile, nell’ambito della Giornata mondiale della libertà di stampa Il Premio Guillermo Cano dell’Unesco è stato assegnato ai giornalisti di Gaza. A ricevere il premio è stato Nasser Abu Baker, presidente del Pjs e vicepresidente della Ifj, che ha dichiarato: «I giornalisti di Gaza hanno sopportato un attacco prolungato da parte dell’esercito israeliano di una ferocia senza precedenti ma hanno continuato a fare il loro lavoro, come testimoni della carneficina intorno a loro. Questo premio dimostra che il mondo non ha dimenticato e rende omaggio al loro sacrificio per l’informazione».
Il riconoscimento prende il nome in onore di Guillermo Cano Isaza, un giornalista colombiano assassinato davanti agli uffici del suo quotidiano El Espectador a Bogotá, in Colombia, il 17 dicembre 1986.
«I giornalisti a Gaza muoiono di fame – ha commentato il segretario generale della Ifj Anthony Bellanger – sono senza casa e corrono un pericolo mortale. Il riconoscimento da parte dell’Unesco di ciò che stanno ancora sopportando è un enorme e meritato impulso. Durante la mia ultima missione in Palestina nel novembre 2023, sono rimasto profondamente toccato dal modo in cui guardavo e parlavo con il mio collega. Non li dimenticherò mai. Così come non dimenticherò mai la loro incredibile determinazione».