Giovedì 27 marzo alle 18 nella Galleria Siotto di Cagliari -lo spazio espositivo della Fondazione “Giuseppe Siotto”, in via Dei Genovesi 114- sarà inaugurata “Disamparadu”, mostra del fotografo materano Luca Centola.
L’esposizione, curata da Simona Spinella, segna la collaborazione della Fondazione Siotto con la città di Matera e propone una riflessione dell’artista attorno al tema dell’abbandono, disamparu in sardo.
Il punto di partenza di Centola, fotografo professionista con un’esperienza ventennale (è autore, tra l’altro, di un reportage sul cementificio del Vajont e della serie fotografica sull’area ex Falck a Sesto San Giovanni- Milano), è la dicotomia “scuole abbandonate e abbandono nelle scuole” che funge da pretesto per un viaggio in Sardegna, tra i luoghi deputati a rispondere a un bisogno collettivo, ora abbandonati. Nei 22 scatti proposti ecco allora quella che fu la colonia estiva per bambini di Funtanazza (Arbus), la scuola che sorgeva nell’area mineraria di San Leone, (Capoterra), il sanatorio di Giorgino (Cagliari), sino all’ex orfanotrofio di Oristano, o all’antica tipografia di Cagliari.
Scrive Simona Spinella, autrice del testo di presentazione della mostra, oltre che sua curatrice: “In lingua sarda abbandonare, abbandonato e abbandono si traducono rispettivamente in disamparare, disamparadu, disamparu parole non lontane dal verbo disimparare. Verbo derivato da imparare, il cui prefisso dis. ne intende la perdita della conoscenza di qualcosa, che si rafforza anche nei suoi sinonimi: disapprendere, dimenticare, scordare. Ma cosa abbiamo disimparato? Abbiamo disimparato a prenderci cura dei luoghi caratterizzati dalla capacità di tradurre un bisogno collettivo negli “edifici della cura” quali sanatori, colonie, scuole”.
L’esposizione resterà visitabile sino al 13 aprile dal giovedì alla domenica dalle 18 alle 20.