Gli Hikikomori sono giovani – spesso tra i 14 e i 30 anni – che rifiutano ogni tipo di contatto con l’esterno. Vivono chiusi nella stanza, talvolta sigillano le finestre per non vedere la luce del sole. Un isolamento che nasce da depressione e ansia sociale. L’adolescente protagonista di questo romanzo a fumetti ha avuto un’infanzia felice: numero uno in tutto, coccolato in famiglia. Un vero e proprio Re. Plasmato nel mito della perfezione, davanti alle prime difficoltà crolla. Accumula delusioni e si chiude in se stesso.
Non si sente accettato dagli altri e, a poco a poco, non vuole più andare a scuola. Sigillato tra quattro mura: ‘uscivo solo quando tutti dormivano, di nascosto, per andare in bagno o in cucina. Il giorno e la notte si confondevano. Nel mio nuovo mondo non c’era più distinzione. Anche il tempo si era fermato.
Anzi, era cambiato, era diventato irreale, sospeso. Tutto mi era indifferente e distante’. La solitudine come difesa: ‘Ero disgustoso per il mondo reale, ma lì, chiuso nella mia stanza, ero di nuovo un re’, spiega il protagonista, in una vignetta.
Trascorre le giornate davanti al pc, a mangiare e giocare: ‘iniziavo a vincere ai tornei on line. Avevo letto che si potevano guadagnare più di 100mila dollari l’anno. Pensavo che sarei potuto diventare uno di quei player professionisti’. Vive per i videogame. Si immerge ‘nel guscio caldo’ della sua alcova e vi resta per sei anni.
Gli autori del libro sono Maria Sara Mignolli – che è stata direttrice didattica e insegnante del Museo del Fumetto di Milano -, e Alessandro Locati, fumettista e illustratore.