Green pass globale dell’Oms: prima l’allarme, poi il governo Meloni fa retromarcia ma non basta

Prima l’allarme, poi la precisazione. Ieri è stata la giornata del green pass globale, il progetto lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Unione europea.

Il ‘Green pass globale’ nasce da un accordo tra l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea del giugno scorso. L’adesione è volontaria per gli Stati membri. La raccomandazione del Consiglio adottata il 27 giugno 2023 incoraggia tutti gli Stati membri ad aderire al sistema dell’OMS e a continuare a rilasciare certificati COVID-19 su richiesta.

Nel decreto Pnrr approvato dal Governo Meloni, la scorsa settimana e pubblicato in Gazzetta ufficiale, è presente un riferimento allo strumento sanitario e il governo è stato costretto a fare retromarcia. Me nel decreto c’è scritto:  “consente il riutilizzo della piattaforma creata per la verifica del Green Pass, validata a livello europeo, anche per altre e future certificazioni sanitarie”. In particolare, all’articolo 43 una disposizione per “far fronte a eventuali emergenze sanitarie, nonché per agevolare il rilascio e la verifica di certificazioni sanitarie digitali utilizzabili in tutti gli Stati aderenti alla rete globale di certificazione sanitaria digitale dell’Organizzazione mondiale della sanità”.

“A seguito dell’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’Oms”, con queste parole il ministro della Salute, Orazio Schillaci prova a stemperare la polemica ma la norma c’è ed è possibile sempre l’utilizzo.

Nato da un accordo tra l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unione europea del giugno scorso, il green pass globale è un documento per la condivisione dei dati sulla certificazione vaccinale a livello internazionale. Uno strumento nato per sviluppare – sulla scia della pandemia da Covid-19 – un sistema da utilizzare in altri casi, come ad esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi. La scelta, vergognosa, del Governo Meloni, apre le porte a chiunque a imporre l’Italia l’utilizzo di uno strumento di controllo e negazione della libertà individuale, insomma un nuovo tradimento verso gli elettori.

Di Simone Spiga

Direttore di ReportSardegna24

Exit mobile version