“La tv è il vostro punto G” metteva in guardia nel 2012 Beppe Grillo, che poi si sarebbe premurato di cacciare dal Movimento i “dissidenti” che avrebbero osato contraddire le sue indicazioni.
Ora torna sul piccolo schermo: domenica sarà ospite di Che tempo che fa sul Nove, come annuncia il conduttore Fabio Fazio in uno stringato post sul suo profilo twitter (X).
In questi giorni si celebra a Tempio Pausania il processo al figlio, Ciro Grillo e a tre suoi amici imputati per violenza sessuale di gruppo. In passato, Beppe Grillo girò e pubblicò un video per difendere il figlio e i suoi tre amici.
Non è al momento noto se l’intervista di domenica toccherà anche questo argomento. L’ultima volta che il garante del Movimento Cinque Stelle – che ha in Giuseppe Conte il suo presidente – si era seduto in un salotto televisivo risale al 2014 con Bruno Vespa (all’epoca non tornava in Rai da 21 anni). Nello stesso anno era stato intervistato da Enrico Mentana per Bersaglio Mobile su La7 nella sua casa di Marina di Bibbona. Solo un anno fa il fondatore del Movimento era intervenuto in diretta telefonica – sempre con Mentana – per precisare che lui e Conte non avevano mai parlato di Draghi al Colle. Tra Fazio e Grillo in passato non sono mancati i momenti di tensione. Come nel 2019, quando il comico attaccò il conduttore di Che tempo che fa, all’epoca su Rai1, per un’intervista al segretario del Pd Nicola Zingaretti. Ma non solo: Fabio Fazio si apprestava a guidare Sanremo 2014 – il suo quarto Festival dopo l’edizione del 2013 e la doppietta 1999-2000 – quando Grillo annunciò la volontà di protestare davanti all’Ariston. Un monologo itinerante, di corsa, sulla strada verso il teatro, assediato dalle telecamere e dai cronisti, un comizio improvvisato sul red carpet, con un affondo durissimo contro la Rai, “responsabile del disastro del Paese” e i suoi vertici, lo stesso conduttore del festival. Poi una parentesi in platea con biglietto regolarmente acquistato, per assistere all’inizio del festival, con la sorpresa della contestazione di due lavoratori della terra dei fuochi che nei primi minuti gli rubano la scena.
Nuove invettive al bar, durante una pausa pubblicitaria. Infine, l’uscita di scena poco dopo le 22, scortato dalle forze dell’ordine.
Nel gennaio 2019 Beppe Grillo era tornato, anche se in forma di revival, per una serata su Rai2, C’è Grillo. Un omaggio al comico inserito in un format, ideato dal direttore della seconda rete Carlo Freccero, dedicato alle performance dei grandi personaggi della televisione italiana. Il risultato, 1 milione e 31mila spettatori con il 4.33% di share, sotto le aspettative, spinse l’opposizione a chiedere le dimissioni del direttore di Rai2 che aveva fortemente voluto la trasmissione.
L’epoca d’oro di Grillo in tv risale agli anni ’80, con Te la dò io l’America, nel 1981, seguita nel 1984 de Te lo do io il Brasile, con cui lanciò il genere della trasmissione seriale in monologo che sarebbe stata il suo punto di forza. Tutta incentrata sulle sue esperienze personali anche Grillometro (1985), poi le sue esibizioni cominciarono ad assumere toni sempre più satirici, sempre più diretti e pungenti. Iniziarono così i primi problemi con la tv pubblica, a partire dal Fantastico del 1986 quando attaccò l’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi. Affermazioni che gli costarono un esilio durato fino al 1993, quando il Beppe Grillo Show trasmesso dal Teatro delle Vittorie fu un successo in termini di ascolti. Si tratta comunque di un altro colpo per Fabio Fazio, che ha segnato l’inizio della stagione televisiva con la prima stagione di Che tempo che fa lontano dalla Rai.