Si chiama “Homeni et Armi” e mira a essere la prima proprietà intellettuale crossmediale basata interamente sullo studio e sulla trascrizione di fonti archivistiche inedite del XV secolo. A progettarla, dopo anni di studio, il barese Fabio Belsanti, game designer e Ceo e fondatore di “AgeOfGames”, prima società videoludica pugliese ad aver vinto il bando Europeo del Creative Media nel settore dei videogames.
L’obiettivo del progetto crossmediale sperimentale trasformerà le imprese delle compagnie di ventura dell’Italia rinascimentale in viaggi multiesperienziali: videogiochi strategici e gestionali, con forte componente narrativa, visual novel, romanzi storici, saggi scientifici e divulgativi, giochi da tavola, wargame.
“Homeni et Armi nasce dal desiderio di creare un nuovo percorso autoriale all’interno del grande settore videoludico – spiega Belsanti – Si avvale, per questo, anche di contributi e collaborazioni di affermati game designer, studiosi, intellettuali, docenti ed esperti di storia e letteratura”.
Il videogioco, in particolare, uno strategico a turni, con alta componente narrativa, farà rivivere non solo le gesta di un nobile Signore alla guida di una variegata Compagnia di Ventura del Quattrocento, ma anche le multiformi storie dei tanti Homeni d’Arme, provenienti da svariati luoghi del continente europeo, e dei loro dimenticati servitori. “Vent’anni fa, durante i miei studi all’Università di Siena – aggiunge il Ceo di AgeOfGames – ho avuto modo di consultare e digitalizzare gli inediti e antichi libri contabili di un esercito mercenario del Rinascimento italiano. Una tesi che rappresentava, in Italia, uno dei primi esperimenti di digitalizzazione delle ricchissime fonti archivistiche del nostro Paese”.
I libri contabili contengono la puntuale trascrizione di conti, paghe, acquisti e vendite che riguardavano ogni singolo uomo che faceva parte della compagnia. “Dallo studio di piccoli e grandi condottieri che appaiono nei libri, emerge un elemento ludico fondamentale: il disperato bisogno narrativo del tesoriere Francesco di Viviano che spesso, a margine dei conti, annotava gli eventi che interessavano ciascun guerriero, consentendoci, oggi, di scoprire molteplici storie di singoli componenti di un variegato esercito itinerante fatto da cavalieri, dame di corte, homeni d’arme, fanti (tra cui i primissimi archibugieri), servi e prostitute”, spiega Belsanti.
Tra le figure ricordate c’è Micheletto Attendolo: “quest’uomo, appartenente a un’importante famiglia dell’aristocrazia guerriera tra il finir del Medioevo e il Rinascimento, è stato in parte dimenticato dalla ‘Grande Storia’, ma la sua figura, la sua immagine è stata cristallizzata da Paolo Uccello nella celebre ‘Battaglia di San Romano’, trittico le cui opere sono conservate, oggi, tra Parigi, Londra e Firenze”.
Tra gli uomini a servizio di Attendolo c’era Cola da Trani, coraggioso condottiero, nato appunto a Trani, in una data ignota (ma quasi sicuramente non troppo anteriore al 1400). “Sempre ben pagato – racconta il game designer – con Michelotto trovò la sua fortuna, ma un giorno, forse in crisi d’astinenza del buon pesce della sua casa sul mare, si spinse troppo oltre nel fiume Oglio nel tentativo di catturare un’anguilla e, presa una scivolata, a causa della corrente e della pesante armatura, morì annegato. La vita è strana e crudele anche con chi se la rischia quasi tutto il tempo in battaglia. E chissà – conclude Belsanti – se Cola oggi avesse una lapide forse così potremmo scrivere: “Qui giace Cola di Trani, Prode Condottiero di Puglia, Visse Pugnando e Morì per Nulla”.