Al signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
c/o Quirinale
00124 Roma
Gentile Presidente,
desideriamo segnalare a Lei una gravissima problematica che sta investendo la Sardegna nell’ambito della transizione energetica, che prevede l’impegno per l’Italia di coprire almeno il 65% dei consumi elettrici entro il 2030. Questo processo si sta rivelando uno tsunami per la nostra Isola, per il paesaggio e le sue vestigia storico-archeologiche, che Lei conosce e per i quali ha espresso non da oggi molti elogi.
Ma quello che sta accadendo– ed è il più autentico motivo per cui chiediamo il Suo intervento – è che si sta protraendo un’azione speculativa alla quale le amministrazioni locali non possono mettere freno in quanto esentate dagli ultimi provvedimenti normativi in materia energetica che impediscono loro di essere partecipi nella co-pianificazione e di esprimere un parere su quanto avviene nel proprio territorio.
Il riparto prevede per la Sardegna un totale di 56.770 MW di nuova potenza rinnovabile. Ciò senza parlare delle batterie di accumulo (solo a Selargius, dove sono previste due stazioni peraltro ubicate nell’agro, saranno realizzati cento container).
Questo accade anche con la complicità della Regione Autonoma della Sardegna, la quale nel corso delle ultime legislature non solo non ha mai impugnato i diversi provvedimenti che progressivamente hanno sottratto competenze alla stessa Regione e alle Autonomie Locali ma non ha ancora provveduto ad elaborare un piano in cui siano indicati i siti idonei ad accogliere e a realizzare gli impianti FER.
Fervono invece numerose le azioni di chi intende operare senza criterio, forte di una procedura autorizzativa semplificata e verticistica che esautora le autonomie locali dalla loro funzione istituzionale.
Signor Presidente, non possiamo accettare che scelte pur condivisibili, come quella della transizione energetica, possano avvenire impedendo a amministrazioni locali, cittadine e cittadini che hanno preservato il territorio e/o che lo lavorano, di essere protagonisti in questo momento essenziale per la vita delle comunità e delle future generazioni. Senza questo riconoscimento riteniamo che stia venendo meno il rapporto di leale collaborazione tra Stato e Regione Sardegna.
Signor Presidente, abbiamo bisogno di tempo, di rivedere questo percorso e renderlo più adeguato ai bisogni di una comunità quella sarda che nel corso del tempo è stata gravata da pesanti servitù, a cominciare da quella militare. Sollecitiamo un Suo autorevole intervento affinché si ripristini un ordine democratico e si rispettino le esigenze di tutti. Soprattutto si scelgano percorsi e soluzioni che non abbiano il sapore di un’umiliazione. Non possiamo venire meno ai fondamenti della nostra cultura e della democrazia.
Una moratoria ci consentirebbe di ridisegnare la mappa, salvaguardando la nostra identità. Aiuti la Sardegna perché non subisca una nuova forma di colonizzazione: quella energetica.
In attesa di un Suo cortese riscontro le porgiamo i più vivi sentimenti di affetto e stima.
I Comitati Sardi per la difesa del Territorio:
Comitato Difesa del Territorio –No Tyrrhenian Link F.TO Rita Corda
Comitato Sarcidano Difesa Territoriale F.TO Gigi Pisci
Comitato Su Entu Nostru Sanluri F.TO Marco Pau
Comitato Nuraxino Difesa Territoriale F.TO Giancarlo Ballisai
Comitato per la difesa dell’Anglona dalla speculazione energetica F.TO Mirko Piras
Comitato No Eolico Meilogu F.TO Giovanna Sanna
Comitato Villacidro No speculazione energetica F.TO Marco Loi