I fatti di Aleria, “la prima sommossa del popolo còrso nel 20° secolo”

Era il 21 agosto 1975 quando, ad Aléria, una trentina di uomini istruiti da Edmond Simeoni, leader del movimento ARC (Azzione per a Rinascita di a Corsica) occuparono la fattoria di Henri Dappelle, un viticoltore pied noir proveniente dall’Algeria non più francese, sospettato di essere coinvolto in uno scandalo finanziario.

L’atto, sostanzialmente simbolico, suscitò da parte dello Stato una reazione spropositata: l’allora ministro dell’interno Michel Poniatowski inviò ad Aleria 1200 gendarmi e la Compagnie républicaine de sécurité (CRS), la divisione antisommossa con i blindati, per far evacuare la cantina occupata da Simeoni e dai suoi uomini.

Il numero e la tipologia delle forze messe in campo dallo Stato rispetto all’evento che dovevano affrontare, provocò indignazione e reazioni forti nella società còrsa. Gli scontri si conclusero con due morti tra i militari e un ferito grave, e nella stessa serata ci furono violenti scontri a Bastia. Il movimento di Simeoni venne sciolto il 27 agosto dal Consiglio dei Ministri francese.

I fatti portarono poi alla nascita del Fronte di Liberazione Nazionale Corso (FLNC) nel Convento di Casabianca l’anno seguente, 1976.

Un momento storico per l’isola, un momento che però non può far dimenticare quella “prima sommossa del popolo còrso nel 20° secolo”, quella giornata di agosto del 1975 in cui fu compiuto forse il primo passo di un lungo percorso politico che arriva fino ai giorni nostri.

 

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