I sindaci alla Regione, ‘sulla sanità ripartire dai territori’

“Dobbiamo ricostruire la casa dalle fondamenta e non dal tetto. Le fondamenta della sanità sono i cittadini”.

È su questo appello della presidente dell’Anci Sardegna, Daniela Falconi, alla Regione e all’assessore della Sanità Armando Bartolazzi che si è aperta oggi a Cagliari l’assemblea dei sindaci sardi, tutta incentrata sul diritto alle cure.

“Prima di pensare ai direttori generali e ai commissari bisogna ripensare alla medicina di prossimità – ha chiarito Falconi, anche sindaca di Fonni, comune montano -. Quindi significa ripartire dai territori: se non si rivede la legge sull’assistenza sociale, cioè gli anziani, o le tossicodipendenze, la salute mentale, se non si creano sistemi per assistere queste persone, inevitabilmente si riversano sugli ospedali, impropriamente”. Tutti i sindaci lo hanno sottolineato: l’urgenza sono le cure territoriali, in modo da decongestionare gli hub.

Ed è la stessa posizione del Pd, emersa già dalla direzione della scorsa settimana, espressa dalla presidente della commissione Sanità, Carla Fundoni, che nel pomeriggio ha riunito gli altri consiglieri regionali di maggioranza che fanno parte del suo parlamentino. “Una riunione proficua – ha sottolineato al termine dell’incontro -, abbiamo discusso per due ore su tutti i temi, la maggioranza è coesa negli intendimenti, proseguiamo il lavoro in commissione per l’analisi di tutti gli aspetti, l’obiettivo è terminare questo percorso con una proposta”.

Nessun vertice di maggioranza con la presidente Todde all’orizzonte, ma “è ovvio – ha detto Fundoni – che su un tema del genere non manca il dialogo aperto, costante e franco con la presidente e la giunta per trovare le soluzioni migliori per i sardi”.

L’assessore Bartolazzi, tirato in ballo da una mozione di sfiducia della minoranza, all’assemblea dell’Anci ha chiarito “che fa parte della dialettica politica: io sono a posto con la mia coscienza, so come ho lavorato e so quello che posso fare”.

Sull’emergenza nell’Isola il titolare della Sanità ha ribadito che “non ci sarà nessuna nuova riforma sanitaria: più che riformare occorre rifunzionalizzare quello che c’è. Una delle principali criticità che ho riscontrato in Sardegna – ha poi spiegato – è la polarizzazione del personale medico-sanitario su Sassari e Cagliari. La soluzione è certamente da ricercarsi nella costruzione di una rete territoriale efficiente ed efficace, anche attraverso l’allargamento della rete formativa, come avviene in tutte le regioni italiane”. Chiare le priorità, per l’assessore: “Rimettere in moto la macchina della sanità in Sardegna, riportare l’eccellenza delle cure nell’Isola, abbattere le liste d’attesa e la mobilità sanitaria verso altre regioni”

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