I Train to roots rivisitano il brano cult ‘Nanneddu Meu’

I Train to roots, gruppo sassarese della scena ska/reggae, rivisitano Nanneddu Meu, brano della tradizione sarda di Peppino Mereu.

Il testo si ispira al canto di protesta in cui, in forma di lettera ad un amico, il poeta denuncia lo stato di miseria e oppressione in cui versavano gli strati sociali più bassi verso la fine dell’Ottocento in Sardegna.

“Nanneddu diventa Muhammeddu e lo scenario della miseria e del popolo oppresso si trasferisce nella Palestina di questo nuovo millennio”, spiegano i Train to roots. Dal singolo Gaza, che anticipa il loro ottavo album, affiorano sonorità elettroniche grazie all’utilizzo dei synth analogici e un drum pattern che richiama lo stile urban.

È uno dei brani in scaletta del concerto del 30 luglio che vedrà sul palco davanti alla chiesa pre romanica di San Sebastiano, a Perdasdefogu all’interno del Festival SetteSere, SettePiazze, SetteLibri, uno dei componenti dei Train to roots: Bujumannu, al secolo Simone Pireddu. Sarà accompagnato dal dj Alexigno.

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