Nato con il nome di Ronald James Padavona nel 1942 a Portsmouth, New Hampshire dove il padre serviva nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, il grande Ronnie James Dio ha esordito nella musica nel 1957 a soli 15 anni (si dice influenzato dalle canzoni del tenore italoamericano Mario Lanza che ascoltava in famiglia) suonando la tromba nella band rock’n’roll The Vegas Kings, che poi cambieranno nome in Ronnie and the Rumblers e poi Ronnie and the Redcaps.
In pochissimi ricordano che nel 1964 Ronnie Dio, per onorare le sue origini, ebbe la possibilità di pubblicare nel nostro Paese il brano Che tristezza senza te, una semplice ballata rock’n’roll che passerà alla storia per essere l’unica canzone del suo repertorio mai cantata in italiano.
Dio ha attribuito le sue straordinarie capacità vocali proprio alla tromba: non ha mai preso lezioni di canto ma avendo iniziato a suonare la tromba a cinque anni ha imparato ad usare tecniche di respirazione per rendere più potente la sua voce.
Per molti, Dio è il cantante metal più versatile e dotato di sempre, capace di interpretare in modo unico le ballad e i pezzi più potenti. La sua leggenda inizia con la sua prima band, The Elf che fonda nel 1967, poi forma i Rainbow insieme a Ritchie Blackmore e nel 1979 sostituisce Ozzy Osbourne nei Black Sabbath (registrando tre album dal 1980 al 1982 Heaven & hell, Mob Rules e Dehumanizer) prima di fondare la sua band, Dio, e gli Heaven & Hell nel 2006 con Tony Iommi. Lui stesso ha detto che il suo soprannome, Dio, che ha iniziato a usare nel 1960 è nato dal fatto che sua nonna italiana gli diceva sempre che la sua voce era: «Un dono di Dio» (anche se sua moglie Wendy ha smentito questa storia in un’intervista nel 2007).
Ma la nonna di Ronnie James Dio ha anche un altro grande merito: quello di aver ispirato Dio a creare le Metal Horns, il gesto delle corna con la mano che è diventato un simbolo del rock. In realtà, come ha detto lo stesso Dio, il segno delle corna è comparso per la prima volta sulla copertina di Yellow Submarine dei The Beatles nel 1969 fatto da John Lennon, e nello stesso anno compaiono anche per la prima volta nel mondo del rock sulla copertina dell’album Witchcraft Destorys Minds and Reaps Souls della band inglese Coven, ma si dice che sia stato Ronnie James Dio a inventarle e renderle famose. Quando era il frontman dei Black Sabbath le faceva sempre sul palco perché: «Non volevo fare il segno della pace, quella era una cosa di Ozzy». E così gli viene in mente quel gesto delle corna con la mano che faceva sempre sua nonna. «È una tradizione italiana, si chiama “Malocchio”» ha raccontato Dio, «È un modo per allontanare il male, un gesto simbolico con un significato magico che mi sembrava potesse funzionare molto bene con la musica dei Sabbath».
Ronnie James Dio però non ha mai voluto prendersi tutto il merito di aver inventato le Metal Horns: «Ho fatto quel gesto così spesso che è diventato un simbolo del rock’n’roll» ha detto, «Ma dubito di essere stato il primo. Sarebbe come dire che ho inventato la ruota: sicuramente qualcun altro lo ha fatto prima di me, io l’ho solo reso famoso».