Il 18 dicembre associazioni e organizzazioni della società civile di tutto il mondo si mobiliteranno nuovamente per una giornata di azione globale, con l’obiettivo di chiedere ai leader politici e alle istituzioni un “cessate il fuoco” permanente nei Territori palestinesi occupati e in Israele.
A Roma, alle ore 18 in Piazza dell’Esquilino, le organizzazioni aderenti (vedi lista in calce) si uniranno per illuminare la scritta “cessate il fuoco” con più di 1000 candele. Questo gesto simbolico vuole ricordare quanto sia importante fare luce sul buio e sui crimini di diritto internazionale in corso in Medio Oriente.
Nella Striscia di Gaza, oltre due milioni di persone lottano per sopravvivere a una catastrofe umanitaria con un numero di vittime civili senza precedenti. Dopo una breve tregua umanitaria, durata dal 24 novembre al 1° dicembre, le ostilità sono riprese brutalmente, con incessanti bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza, comprese le zone indicate come “sicure”.
Tra il 7 ottobre e il 14 dicembre 2023, nella Striscia di Gaza occupata, sono morte oltre 18.787 persone, il 70% delle quali erano donne e minori. Nella Cisgiordania occupata, nello stesso periodo, sono stati uccisi 278 palestinesi, di cui 70 minori. Almeno 1200 persone – per lo più civili, inclusi 36 bambini – sono state uccise in Israele il 7 ottobre.
Nella Cisgiordania occupata, raid dell’esercito e coloni israeliani causano violenze continue, trasferimenti forzati, arresti di massa e uccisioni extragiudiziali. La libertà di movimento è gravemente limitata dai posti di controllo militari e ciò causa gravi ripercussioni sull’economia locale.
Dal 7 ottobre ad oggi, risultano uccisi almeno 86 giornalisti e numerosi membri dello staff delle Nazioni Unite nel pieno svolgimento del loro lavoro. In questo contesto, il lavoro dei giornalisti è fondamentale per narrare l’escalation di violenza in corso attraverso notizie verificate e testimonianze.
Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono costituire crimini di guerra.
In considerazione di ciò, la società civile e le organizzazioni per i diritti umani ribadiscono la necessità di un cessate il fuoco immediato e prolungato, come unico strumento per garantire che tutti i civili siano protetti, che gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi siano liberati e che la popolazione di Gaza possa ricevere gli aiuti umanitari di cui ha disperato bisogno.
È necessario agire subito, esercitare pressioni sui governi e ribadire che il diritto internazionale esiste per proteggere tutte le persone e fermare questa catastrofe. Ripristinare il senso di umanità è il prerequisito imprescindibile per gettare le basi di un futuro incentrato sui diritti umani di tutte le persone, sulla fine di un sistema di oppressione e controllo israeliano nei confronti dei palestinesi e sulla giustizia e la riparazione per le vittime.
ORGANIZZAZIONI ADERENTI:
Amnesty International Italia
Action Aid Italia
ACS Associazione Cooperazione e Solidarieta’
AOI
ARTICOLO 21
Assopace Palestina
Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Firenze
Associazione culturale Liguria-Palestina
Associazione per il rinnovamento della sinistra
CISS
CINI coordinamento italiano Ngo internazionali
Comitato Madri x Roma Città Aperta
Consorzio delle Ong Piemontesi ETS
Cospe
Dimensioni Diverse – Spazi di Relazione e di Pensiero odv.
EducAid
Fondazione Arché
Libertà e Giustizia
Medici del Mondo
Oxfam Italia
Piattaforma delle OSC italiane in Medio Oriente e Mediterraneo
Porti Aperti
Progetto Mondo
Purple Square
Rete italiana pace e disarmo
Save the Children Italia
SOS Villaggio dei bambini
Terre des Hommes Italia
UISP
Un ponte per
Vento di Terra
VIS-Volontariato internazionale per lo Sviluppo
WeWorld