All’inizio di questo secolo, per quattro cinque anni, Sarroch divenne l’epicentro di un grande sogno lentamente trasformatosi in realtà, creare un festival con grandi nomi del rock internazionale in data unica per la Sardegna.
L’inizio, come si conviene quando si percorre una nuova strada, non fu privo di ostacoli, considerando che una certa tipologia di eventi dovesse essere ospitata in un capoluogo, per tutta una serie di motivazioni, tecniche, logistiche e politiche.
Il big bang, dopo un rodaggio triennale con Modena City Ramblers, Africa Unite e Negrita, fu il concerto dei Deep Purple il 13 Giugno del 2003, il giorno in cui il campo sportivo comunale sembrava essere diventato ancora più grande della sua capienza, con poco meno di 5.000 persone sparse tra il manto erboso e il cielo stellato d’inizio estate.
L’anno successivo fu la volta dei Simple Minds, un’interminabile coda di macchine che partiva da Cagliari per allungarsi sino a Sarroch, a testimonianza di quanto viabilità e Sardegna possano essere parole scarsamente compatibili e quanta fosse la voglia di arrivare allo stadio in tempo per l’inizio del concerto.
Il 19 Agosto di 19 anni fa i Motorhead planarono su Sarroch, per tenere fede al patto con il loro popolo, già tradito in precedenza per ben due volte, quando dopo l’annuncio seguì il niente e il promoter dovette giustificarsi attraverso comunicazioni più o meno convincenti.
Ci fu il rischio che la data seguisse il destino delle altre, annunciate ma mai realizzate, perché la sorte a volte è birichina, per non dire perfida.
Il concerto, inizialmente previsto per il 6 luglio 2005, con l’apertura dei Linea 77, venne rinviato a causa di un collasso che colse il buon Lemmy su un palco francese dopo mezz’ora di spettacolo, qualche giorno prima della trasferta isolana. Bingo.
Qualche giorno di delirio, telefonate convulse e messaggi surreali, per arrivare finalmente alla conferma di una nuova data, in barba al karma e alla sfiducia che cominciò a diffondersi sulla scia della tradizione negativa di un concerto che probabilmente sarebbe rimasto una chimera, che tanto in Sardegna non sarebbero mai venuti.
il concerto venne rinviato al 19 Agosto, alla faccia degli increduli ormai convinti sarebbe stato più probabile un week end su Marte con Richard Branson.
La band arrivò il 17 sera a Elmas, per fare sì che Lemmy potesse ambientarsi e godere di qualche mezza giornata di relax.
Furono tre giorni intensi, tra riunioni operative nella hall dell’hotel e qualche parola di troppo, interrotte da continue richieste di un servizio 24 ore su 24, all’epoca impraticabile per qualsiasi albergo esistente tra Cagliari e hinterland. Band frizzante, tour manager sull’orlo dell’esaurimento nervoso e qualcuno che continua a chiedere dove fosse la “downtown” per visitarla, assolutamente convinto che la globalizzazione semini grattacieli a qualsiasi latitudine.
Il concerto fu fenomenale, giusti volumi, giusto entusiasmo, giusto calore, sopra e sotto il palco.
Chi c’era potrà raccontarlo, chi non c’era si accontenterà del mito.
Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano.
Tratto dalla pagina Fb di Vox Day