Ci sono forti preoccupazioni sulla scelta di trasferire i pazienti oncologici dal Businco al Brotzu per essere operati e poi ritrasferiti al Businco per la degenza. Tutto ciò in nome della ristrutturazione delle vecchie sale operatorie del Businco e la costruzione di due sale ex novo.
Al di là delle controindicazioni al trasferimento di pazienti oncologici per gli alti rischi, non si può ignorare la crisi di implosione del prestigioso Brotzu, a partire dal sovraccarico di lavoro dovuto alla chiusura di reparti e di interi ospedali sia nei territori che a Cagliari. L’ulteriore sovraccarico, dei pazienti oncologici, può solamente accrescere la destabilizzazione del colosso della Sanità sarda.
Non è più sostenibile la sofferenza del personale sanitario, ridotto ai minimi termini e con un sovraccarico di lavoro non più sopportabile. E’ ancor più inspiegabile che la retribuzione dei medici del Brotzu sia inferiore non solo a quella dei colleghi europei e delle altre regioni d’Italia, ma addirittura degli stessi colleghi delle Asl.
Non vorremmo, come sta avvenendo da oltre un decennio, che in nome di buchi di bilancio, di riorganizzazione, razionalizzazione e di ristrutturazioni, si portasse a termine lo smantellamento dei nostri ospedali pubblici.
Per la costruzione delle nuove sale operatorie del Businco, non è indispensabile il trasferimento dei pazienti in altri ospedali. Ultimate le nuove sale, si possono avviare gli interventi di rifacimento e ammodernamento delle vecchie sale, evitando con ciò sofferenze ai malati e disservizi.
Il Brotzu come tutta la Sanità sarda, necessita di maggiori investimenti nel personale sanitario. Sono indispensabili nuove assunzioni, stabilizzazioni, adeguamento delle retribuzioni e rispetto della dignità delle professioni.
I problemi dei medici non si risolvono con l’intervento Prefettizio, ma è compito della politica decidere le soluzioni con gli addetti ai lavori.
Di Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica