L’allenatore Claudio Ranieri, quello con la A maiuscola, capace di mettere in campo sempre la migliore formazione, i migliori giocatori.
Scelte mai banali, a cominciare dal modulo di gioco mai rigido e tutti i giocatori ritenuti importanti e validi per la causa rossoblù.
Senza tralasciare l’aspetto umano e le arcinote capacità di “fare gruppo” sono emersi valori tecnici e tattici che solo Sir Claudio poteva esaltare.
Le scelte, spesso inaspettate, sempre coerenti, alcune coraggiose ed azzardate. Con tanta competenza, umiltà, rispetto per l’avversario, azioni spesso inaspettate ma a garantire c’era lui.
L’intuizione di puntare definitivamente su Boris Radunović, messo sovente in discussione e soprattutto in difesa scommettere su Alberto Dossena, autentico muro e rivelazione specie della seconda parte della stagione.
Il merito di “accoppiarlo” con Adam Obert, giovane difensore dal sinistro educato e capace di impostare, forte negli anticipi ed il più veloce e rapido tra i centrali a disposizione.
Una strana coppia che è stata capace di blindare un reparto che si è presentato all’occorrenza con 3 centrali, addirittura con Alessandro Deiola nel mezzo a sfruttare in pieno la sua fisicità e le sue doti in impostazione.
Una squadra più accorta anche se sulla carta più difensiva accompagnata dagli esterni nel gioco offensivo. questi ultimi finalmente efficaci specie nelle ripartenze, svincolati da compiti di copertura (Azzi su tutti).
A centrocampo il ricorso a tutti i mediani a disposizione, proposti all’occorrenza ma posizioni centrali nel progetto per Antoine Makoumbou, Nahitan Nandez e Marco Mancosu, inimitabile nel fare da raccordo tra centrocampo ed attacco. Tutti autentici trascinatori del reparto e della squadra.
Sono divenuti “a turno” protagonisti inediti anche Nunzio Lella, autentica scommessa dell’allenatore romano, valido equilibratore del reparto ed il giovane greco Christos Kourfalidis che Ranieri ha paragonato, non a torto, come caratteristiche, al più illustre collega ed ex rossoblù Nicolò Barella.
Non sfugge il ricorso anche a Marko Rog e soprattutto nel finale di stagione, seppur con un minutaggio limitato, anche a Nicolas Viola.
In attacco a fare da partner all’inamovibile, inimitabile bomber Gianluca Lapadula prima il ricorso a Nik Prelec, capace di aprire varchi e lottare su ogni pallone e successivamente, specie nella fase decisiva post season, nei play off, su Zito Luvumbo, probabilmente l’uomo più decisivo nell’ultimo scorcio della stagione.
Senza dimenticare naturalmente lui, il match winner di Bari, capitan Leonardo Pavoletti, buttato nella mischia e risultato alla fine determinante, uomo della provvidenza.
Scelte sempre oculate, lungimiranti, a volte per i più incomprensibili.
Millico, Di Pardo ma anche Goldaniga ed Altare tutti giocatori rimessi in gioco a seconda delle esigenze dettate dal mister di Testaccio.
Ci siamo fidati e Claudio Ranieri non ha sbagliato un colpo confermando le sue doti di grande tecnico, con valori di eccellenza sul piano tattico.
Sir Claudio non si è posto limiti, lasciando emergere caratteristiche e valori forse sconosciuti alla platea calcistica isolana e non solo, prigioniera della figura di allenatore innanzitutto concentrato sull’aspetto umano, sulle note capacità di “fare gruppo”.
Ranieri rivelazione anche in questo senso, ci stupirà ancora, il bello in serie A dovrà ancora venire.