MusaMadre sbarca a New York.
Il festival che dal 2021 ripopola grazie all’arte e alla cultura il villaggio disabitato di Rebeccu, nel cuore della Sardegna rurale nordoccidentale, sarà presentato nella Grande Mela dal 31 maggio al 2 giugno.
L’appuntamento più suggestivo animerà il courtyard tra le Wise Towers, lo spazio urbano arredato nel 1964 dallo scultore sardo Costantino Nivola, balzato alle cronache negli ultimi anni per una lunga diatriba, che ha visto prima la rimozione e poi il riposizionamento dei cavallini in cemento dell’artista isolano.
Ideato dal Comune di Bonorva (Sassari), organizzato dall’Associazione Enti Locali e finanziato dalla Fondazione di Sardegna, MusaMadre è un contenitore dedicato all’innovazione culturale e alla promozione del territorio oltre i confini isolani e nazionali. A fare da ponte con gli Usa è Valeria Orani, direttrice artistica, che da 10 anni vive tra la Sardegna e New York. Quest’anno il festival spazierà da maggio a ottobre, facendo del borgo di Rebeccu un luogo deputato alla pratica dell’arte dell’ospitalità, lontano dalla folla.
Il 31 maggio all’Istituto Italiano di Cultura di New York ci sarà “The Golden Place”, un’occasione per parlare di Rebeccu e Bonorva, dalla preistoria alla nuova identità e alle nuove collaborazioni, come il case-study per fornire al borgo infrastrutture ecosostenibili, nel rispetto della natura e della resilienza, il cui coordinatore è l’architetto Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia alla XVII edizione della Biennale di Architettura di Venezia e docente al New York Institute of Technology. Per Fabio Finotti, direttore dell’Istituto italiano di cultura di New York, “la Sardegna è culla di una civiltà mediterranea capace di estendersi anche in Egitto e in Medioriente, una regione chiave per il nostro futuro culturale, scientifico, sociale e religioso”. Il 2 giugno tra i cavallini di Nivola il tributo allo scultore e all’asrtista Maria Lai con la messinscena dello spettacolo site specific “In Sardinia”, col coro polifonico “Pauliccu Mossa” di Bonorva e il giornalista e scrittore americano Jeff Biggers, autore dei testi dello spettacolo e dell’omonimo libro.