Il Medio Oriente si conferma la regione più arida del pianeta: la disponibilità pro capite di acqua proveniente da piogge, fiumi e fonti sotterranee è sei volte inferiore alla media globale e si prevede che si dimezzerà entro il 2050.
Questo il punto di partenza dell’approfondimento effettuato dall’ambasciata francese in Libano, e riportata da ecomnewsmed.com, anche in vista del tema che sarà discusso a Marsiglia dal 22 settembre nella sesta edizione di “Mediterraneo del Futuro”, iniziativa dell’ente francese “Regioni del Sud” che sarà focalizzato proprio sul problema dell’acqua e dei cambiamenti climatici nel mediterraneo del futuro.
Il focus sull’acqua in Medio Oriente parte dai due tipi di soluzione alle siccità con acqua non convenzionale, l’acqua riciclata e l’acqua desalinizzata. L’86% delle acque reflue israeliane viene riciclato e per farlo le acque reflue vengono raccolte e poi filtrate per essere utilizzate dal settore industriale e agricolo. Per quanto riguarda l’acqua desalinizzata, è spesso destinata nel Paese al consumo umano e rappresenta 585 milioni di metri cubi di acqua all’anno, ovvero il 70% dell’acqua potabile israeliana. In Israele, il settore “Water Tech” conta 300 aziende e più di 100 start-up che rappresentano un settore valutato a 2 miliardi di dollari.
Le acque non convenzionali, spiegano gli esperti, hanno impatti ambientali sulla qualità del suolo, sull’ecologia marina e sul dispendio energetico. La fertilità del suolo aumenta perché l’acqua riciclata può avere una maggiore concentrazione di nutrienti o minerali: la migliore qualità del suolo consente di ottenere rese più elevate, entro il limite di una già stabilita soglia di arricchimento del terreno. Tuttavia, l’accumulo di metalli pesanti può essere tossico per le piante e l’aumento della salinità può avere un impatto sull’ambiente. Il prelievo di acqua di mare per la desalinizzazione, inoltre, può compromettere l’ecosistema. Per quanto riguarda i costi energetici, il trattamento delle acque reflue è compreso tra 0,4 e 0,9 kWh per metro cubo, mentre per l’acqua desalinizzata il costo è più elevato, tra 2,5 e 4 kWh al metro cubo. Secondo gli studi, inoltre, l’acqua non convenzionale ha impatti sulla salute dalla qualità dell’acqua con carenza di iodio per l’acqua desalinizzata, fino alle colture irrigate con acqua trattata con cloro o mediante degradazione biologica della sostanza organica che presenterebbero un rischio maggiore di virus enterici.
L’acqua riciclata è comunque considerata una delle principali soluzioni per superare il deficit idrico, mentre l’acqua desalinizzata rimane troppo costosa per essere utilizzata come unico mezzo di irrigazione. Per questo motivo vengono realizzate miscele di acqua dolce, acqua trattata e acqua salata. Possono consentire una migliore redditività e una riduzione degli effetti negativi dell’acqua trattata.
Nell’analisi al centro del dibattito a Marsiglia dal 22 settembre il Mediterraneo del Futuro si concentra sui risultati negli ultimi 5 anni sulle soluzioni da attuare per affrontare le sfide del cambiamento climatico in corso. Più pronunciati nel Mediterraneo che altrove, questi sconvolgimenti fanno infatti di quest’area un laboratorio a cielo aperto per le soluzioni da attuare per un futuro sostenibile. L’evento, oltre agli Incontri del Mediterraneo, avrà l’obiettivo di coinvolgere attori pubblici e privati ;;riconosciuti a livello euromediterraneo e internazionale per il loro contributo alla riflessione sul tema dell’acqua, sulla definizione e attuazione di soluzioni innovative e ambiziose nel Mediterraneo. Questa nuova edizione di “Il Mediterraneo del futuro” è la continuazione dell’iniziativa portata avanti dal Parlamento Europeo e dal Comitato delle Regioni dell’Unione Europea con il sostegno di numerose regioni del Mediterraneo per coordinare le azioni portate avanti su diverse scale. alle sfide, tra cui la conservazione e la gestione delle risorse idriche.