Il mio femminismo è differente.
Troppe volte mi sono sentita dire che non sono femminista se non mi batto per la ‘a’ alla fine dei sostantivi. Nel giro di qualche giorno ho assistito a due eventi: il primo uno spettacolo teatrale di Giobbe Covata, il secondo la presentazione del libro scritto dalla criminologa Roberta Bruzzone. Cosa accomuna i due eventi? La donna e il suo ruolo nella società.
Dal comico mi aspettavo di passare 90 minuti di svago, qualche risata e tante battute grottesche, ho invece portato a casa tante riflessioni su temi importanti come la distruzione della figura della donna perpetrata negli anni. Dall’incontro con la Bruzzone avevo aspettative molto più ambiziose e invece sono tornata a casa con l’amaro in bocca.
Il mio femminismo è differente. Io non ho la presunzione di dover istruire povere donzelle incapaci di pensare. Non ho la presunzione di infilare tutti i maschi in un unico calderone con l’etichetta ‘manipolatore, narcisista, uomo alfa’.
Riempirsi la bocca con la locuzione ‘violenza sulle donne’ senza riflettere che il fulcro non sono le donne ma la violenza nel suo significato più generale. Il problema del maltrattate non è la donna ma la violenza, non saper controllare gli istinti violenti che sfoga su chiunque o qualunque cosa gli fornisce la sensazione di controllo facile: donne, bambini, animali…. Dire ad una donna: ti dico io come evitare di subire violenza, equivale a dirle: sei talmente stupida che non sei in grado di difenderti.
Combattere la violenza in questo modo, andare col lanternino a cercare i segnali di manipolazione, equivale a giocare a chi ce l’ha più lungo. Insomma equivale a dire: per essere considerata devo diventare come un uomo. Eh no! Qui entra in gioco IL MIO FEMMINISMO! Femminismo significa riconoscere la specificità della donna e portare a rispettarla per le sue caratteristiche, lasciando che scelga di fare quello che vuole senza preclusioni di nessun tipo.
Senza mettere il mantello di difensore di questi esseri inferiori, perché inferiori non lo siamo e mai lo saremo. Siamo donne e pretendiamo rispetto!
Di Lucia Manca