Quasi tutte le prima pagine di oggi parlano, in modo simile, dello strano caso dello yacht affondato a Palermo:
La Repubblica: “I misteri del veliero colato a picco in pochi secondi e con l’albero intatto”. Il Resto del Carlino (titolo a nove colonne): “I misteri del mega veliero affondato. Gli esperti: avrebbe dovuto resistere, si è inabissato in pochi minuti”. Il Messaggero: “Veliero, ipotesi errore umano: la chiglia mobile era sollevata”.
La Verità: “Dinamica strana, l’ex socio travolto nelle stesse ore: il naufragio diventa un giallo”. Il Tempo: “I dubbi e le coincidenze. Il naufragio del veliero si tinge di giallo”. Il Sole 24 ore: “Mistero sul naufragio del super yacht Bayesian”. Il Fatto Quotidiano: “Il giallo dello yacht e i complottisti nel Web”.
Beh, a quanto pare i complottisti non stanno soltanto “nel Web”, come dice il Fatto Quotidiano, ma sono anche nelle redazioni dei giornali più nobili e altolocati.
In effetti, è molto difficile pensare che siano tutte coincidenze: una superbarca di oltre 50 m, progettata per sopravvivere alle peggiori tempeste in alto mare, che affonda in pochi secondi ad un centinaio di metri dalla riva. Un elenco di vittime tutt’altro che banale, che va da Mike Lynch, il “Bill Gates britannico” coinvolto in una presunta truffa da 10 miliardi di dollari ai danni della Hewlett Packard, a Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, l’avvocato che ha salvato Lynch proprio dalla causa intentata contro di lui da Hewlett Packard. E, come se non bastasse, il socio in affari di Lynch, Stephen Chamberlain (anch’egli co-imputato nel processo), che è morto travolto da un’auto un paio di giorni prima.
Nella migliore delle ipotesi, bisogna dire che il destino a volte agisce in modo decisamente curioso. Oppure….
di Massimo Mazzucco