Il governo ha ultimato l’aggiornamento del Piano pandemico 2024-2028. Giunto alla fase conclusiva, e in attesa dell’accordo finale in Conferenza Stato Regioni, il documento, in versione di bozza, aggiorna il precedente Piano in scadenza il 24 gennaio: in 218 pagine sono descritte le misure da adottare e le politiche di monitoraggio e gestione della crisi. Sulla scorta dell’esperienza del Covid, si riconoscono i vaccini come la misura “più efficace” e si conferma il ricorso alle restrizioni delle libertà personali in caso di necessità il lockdown resta la misura estrema. Importante è non farsi cogliere impreparati di fronte a una nuova pandemia, il cui arrivo, secondo gli esperti, è questione di tempo.
il Piano, si legge nella nota di sintesi, “estende il perimetro ai patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico, presenta una durata quinquennale e definisce un approccio metodologico che può essere applicato a pandemie con diverse caratteristiche epidemiologiche in termini di trasmissibilità, patogenicità e impatto sulla salute e sui servizi sanitari”.
Nelle azioni di contrasto a una pandemia il piano, di cui l’ANSA ha potuto visionare una bozza, considera i vaccini “le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”. Inoltre prevede che in condizioni emergenziali, possa diventare “necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività”, precisando che “eventuali restrizioni alla libertà individuale devono rimanere in vigore solamente lo stretto necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento, affinché i rischi e i danni che potrebbero derivare per i singoli individui siano contenuti e inferiori al beneficio collettivo auspicato”.
Cinque i principali obiettivi fissati: ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità; consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze; ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza; informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori.