Ha assunto l’incarico su delibera del Consiglio dei ministri una settimana fa al posto di Giuseppe De Matteis.
E in questi giorni ha girato molto le strade di Cagliari e avviato i primi contatti istituzionali per conoscere meglio il territorio.
Giuseppe Castaldo, 63 anni, laureato in giurisprudenza all’Università di Napoli a 23 anni e abilitato alla professione di avvocato, è il nuovo prefetto del capoluogo.
In passato ha ricoperto l’incarico di commissario straordinario anche in situazioni difficili, in comuni sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata.
“Bisogna stare sempre molto attenti, ma dalle notizie raccolte finora non risultano infiltrazioni mafiose in città.
Certo, anche la criminalità organizzata sta diversificando le sue azioni. E siamo qui per difendere e proteggere aziende ed economia sana”, ha detto nella sua prima conferenza stampa. La ricetta per Cagliari? “Sono in una fase di conoscenza e ricognizione, ma penso che la prefettura debba promuovere e consentire il dialogo sociale – ha spiegato -. Per questo sarà importante incontrare le diverse realtà del territorio”.
Giovani, eccessi e movida? “Il discorso è complessivo, non esiste una risposta unica rappresentata dalle forze di polizia, ma è necessaria la collaborazione anche delle associazioni, della società civile, degli enti locali. I giovani? Un tema su cui bisogna essere tutti uniti: lo vediamo oggi, hanno un po’ perso la percezione del rischio, cioè non sono più consapevoli del loro comportamento e quindi occorre agire su più livelli di azione, formativo, scolastico e familiare. Ma anche a livello di prevenzione e di repressione, che non mancheranno. La risposta è di multilivello, complessa, con vari elementi messi insieme”.
Castaldo già operativo: “Questa mattina ho avuto un incontro con i vertici delle forze di polizia e militari. Abbiamo avuto un confronto sul tema delle rapine impostando forme di collaborazione e di controllo del territorio ancora più efficaci”. E ancora: “Ci sono problemi legati al consumo di droga e al consumo di alcol anche di 14-15enni. Un problema da affrontare tutti insieme: è il classico tema in cui è necessaria la sinergia tra tutte le istituzioni del territorio. La sola risposta repressiva non potrà mai bastare, insomma. Certamente bisogna lavorare molto sugli investimenti sociali, sulla formazione dei giovani”.
Il metodo? “Quello che assicuro è l’impegno, la determinazione, l’umiltà, la voglia di fare. Punto sulla condivisione, la sinergia, perché da soli non si va da nessuna parte, mentre insieme le forze e le energie si moltiplicano”.