L’agenzia principale dell’ONU per gli aiuti a Gaza ha dichiarato che Israele non ha rispettato la scadenza imposta dagli Stati Uniti per aumentare l’assistenza alla regione, rischiando una riduzione degli aiuti militari americani. Il mese scorso, in una lettera dai toni forti, il segretario di Stato statunitense aveva dato a Israele un ultimatum di 30 giorni per far sì che più camion di aiuti entrassero quotidianamente a Gaza.
Secondo l’ONU, la quantità di aiuti che riesce a entrare a Gaza è al livello più basso dell’anno. Un recente rapporto sostenuto dall’ONU ha avvertito che vi è un rischio imminente di carestia nel nord di Gaza, dove quasi nessun aiuto è arrivato nell’ultimo mese. Israele afferma di aver aumentato considerevolmente gli aiuti diretti a Gaza, accusando le agenzie di assistenza di non distribuirli adeguatamente. Israele ha accolto la richiesta americana di aprire più passaggi verso Gaza. Nella sua lettera del 13 ottobre, il Segretario di Stato Antony Blinken aveva chiesto a Israele di permettere l’ingresso di almeno 350 camion al giorno entro il 12 novembre.
Ma alla domanda se Israele avesse fatto abbastanza per soddisfare le richieste statunitensi, Louise Wateridge, coordinatrice senior dell’emergenza per l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha risposto chiaramente: «No».