Il ruolo di Sigonella nell’attacco alla flotta russa sul Mar Nero

La Sicilia è proiettata in prima linea nel mar Nero. Domenica una nave della flotta russa ha subito un attacco con droni nautici al largo della Crimea, mentre un aereo senza pilota dell’aviazione militare USA pattugliava l’area. Era il Forte 11, di base a Sigonella, in missione spia (ISR).

L’attacco…

In base a quanto reso noto dal ministero della Difesa della Federazione Russa, alle ore 1.30 circa di domenica mattina (orario di Mosca) uno sciame di sei barche kamikaze si sono scagliate ad elevata velocità contro la nave da guerra Priazovye, al largo della Crimea. L’equipaggio ha respinto l’attacco con le mitragliatrici di bordo, distruggendo tutti i droni nautici. Le autorità russe hanno pubblicato un video dell’azione, specificando che non ci sono conseguenze per l’imbarcazione e gli uomini, nessun danno, nessuna vittima, nessun ferito.

In base a quanto scrive il corrispondente di Komsomolskaya Pravda, Aleksandr Kotz, la Priazovye è una spina nel fianco per le autorità di Kiev, in quanto sarebbe in grado di “effettuare intercettazioni radio dei canali di comunicazione a tutte le frequenze, ricognizioni elettroniche e telemetriche, identificare e sistematizzare le fonti di radiazioni elettromagnetiche e compilare ritratti acustici di navi e sottomarini”.

Tuttavia l’Ucraina non ha confermato il suo coinvolgimento, anche se nel filmato è stato individuato lo scafo dal nome “Kit ta Enot”, ovvero “gatto e procione” scritto in bianco e nero in lingua ucraina.

…sotto gli occhi di FORTE11

La Priazovye è stata attaccata mentre svolgeva operazioni di monitoraggio sui gasdotti Turkish Stream e Blue Stream, per garantirne la sicurezza. Le autorità della Federazione Russa ipotizzano che l’Ucraina potrebbe voler attaccare queste rotte di rifornimento.

La nave da guerra si trovava a circa 300 chilometri Sud Est da Sebastopoli. Nella stessa area, come già successo precedentemente, è stato rilevato il volo di un aereo da ricognizione strategica senza pilota RQ-4B “Global Hawk” dell’aeronautica statunitense in operazioni di pattugliamento, secondo quanto riferisce la nota del ministero della Difesa russo.

La presenza del drone statunitense è stata confermata dal sito di tracking militare ItamilRadar.

Già da mezzogiorno di sabato 10 giugno un Northrop Grumman RQ-4B della USAF, con nominativo FORTE 11, volava sul mar Nero già nella sua prima missione ISR “dall’inizio della controffensiva”, si legge. L’aereo senza pilota è rientrato domenica mattina alle 10.00 circa (orario italiano) alla base siciliana di Sigonella.

Evidentemente l’attacco si è svolto con il supporto di FORTE11 e dunque con il coinvolgimento dell’Italia sulla prima linea di fuoco.

Le missioni ISR

I droni RQ-4B Northtop Grumman da diversi anni partono quotidianamente da Sigonella verso il Canale di Sicilia, il Mediterraneo orientale e il confine Est della NATO con la Russia (Kaliningrad, Donbass e Mar Nero). In termini militari questi pattugliamenti sono chiamati missioni di Intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR). L’utilizzo di velivoli senza pilota consente agli USA di raccogliere indisturbatamente informazioni strategiche sulle forze nemiche, intercettare comunicazioni o decodificare messaggi, restando nello spazio aereo internazionale.

Questi dati sono consegnati ai comandanti, per supportare la pianificazione di operazioni, attacchi e combattimenti o evitare minacce.

In termini più semplici si tratta di missioni spia a sostegno delle operazioni militari.

Nello specifico della guerra in Ucraina, è ipotizzabile che i dati raccolti nelle missioni ISR da Sigonella siano passati anche ai comandanti delle truppe speciali ucraine, ovvero quei battaglioni “nazionalisti”, come Pravy Sector, Azov, Aidar. Alcune di queste formazioni hanno comprovati legami con gruppi neonazisti e neofascisti italiani, come è emerso dall’inchiesta sull’ordine di Hagal.

La NAS di Sigonella è stata più volte definita la capitale mondiale dei droni. Per le missioni ISR vengono solitamente utilizzati:

? droni USA con nominativo FORTE 10, FORTE 11e FORTE 12, modello RQ-4B Global Hawk della Northrop Grumman;

?Boeing P-8A “Poseidon” della US Air Force;

? droni Reaper MQ1-C e MQ9-A;

? droni RQ-4 Phoenix della Northrop Grumman del sistema AGS della NATO.


I precedenti attacchi

La presenza dei droni statunitensi di Sigonella è una costante degli attacchi ucraini nel Mar Nero. Meno di un mese fa, il 24 maggio, nella stessa area della Priazovye , era stata attaccata la nave da ricognizione russa “Ivan Khurs” con tre barche kamikaze, tutte e tre distrutte e senza danni, secondo quanto riportano le fonti russe (di fatto un paio di giorni dopo l’imbarcazione è rientrata senza problemi al porto di Sebastopoli).

In contemporanea dalla base siciliana partiva la doppia missione “Games of Drone”  con due Global Hawk: uno NATO (modello RQ-4D “Phoenix”, nominativo MAGMA10) e uno USAF (modello RQ-4B “Global Hawk”, nominativo FORTE10) .

Quest’ultimo effettuava una missione ISR al largo della Crimea il 29 ottobre, durante l’attacco alla flotta russa nella base di Sebastopoli. La presenza dei droni statunitensi è stata confermata persino durante l’affondamento della nave ammiraglia Moskva il 15 aprile 2022.

Le autorità italiane dovrebbero chiarire se il coinvolgimento di una base siciliana, in missioni statunitensi di supporto durante attacchi contro obiettivi militari russi, esponga o meno i cittadini al rischio di una rappresaglia.

 

Tratto da Antidiplomatico

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