Per non dimenticare e soprattutto perché il berlusconismo non si perpetui senza l’originario Berlusconi.
E’ con questo intento che il giornalista Marco Travaglio ha scritto l’ultimo libro sul Cavaliere da qualche giorno nelle edicole, nelle librerie e negli store on line.
“Il Santo. Beatificano B. (ovvero Berlusconi) per continuare a delinquere” è il titolo del libro: accattivante, quanto tristemente ironico che prende spunto da quanto seguito alla morte del protagonista: il lutto nazionale e le beatificazioni alla Camera e al Senato.
Ma è nell’istante in cui il giornalista Paolo Mieli si scusa in tv per aver diffuso la notizia in anteprima dell’invito della Procura di Milano a comparire per tre tangenti alla Guardia di Finanza, che il direttore de il Fatto Quotidiano ha deciso di scrivere quest’ultimo libro sul cavaliere: un insieme del materiale raccolto in quasi trent’anni.
Il libro presenta infatti un excursus di quanto fatto dal compianto Berlusconi e di come questi abbia costruito il proprio imperio a partire dalla truffa all’orfana per la villa di Arcore, al patto con Cosa Nostra e i soldi ai boss e ancora da Milano 2 e la loggia P2 ai decreti salva-Fininvest di Craxi fino alla discesa in campo con il conflitto d’interessi, le 60 leggi ad personam e ad aziendam. Senza dimenticare le epurazioni di Montanelli, Biagi, Santoro e altri giornalisti, la compravendita dei senatori, le figuracce internazionali, le minorenni, le sentenze: dalle assoluzioni per aver commesso il fatto alla condanna fino alla santificazione finale.
La speranza dall’autore è che quanto fatto in vita da Berlusconi non sia preso ad esempio, pericolo tutt’altro che scontato per Travaglio visto che nella riforma della giustizia Nordio non manchino segni preoccupanti della deriva.
Un libro insomma che racconta una storia d’Italia.