Il Tar boccia l’Eni, terreni industriali restituiti al Cips

I terreni inutilizzati da Eni Rewind nel sito di Porto Torres devono tornare nelle mani del Consorzio industriale provinciale di Sassari.

Lo ha stabilito una sentenza del Tar Sardegna pubblicata il 20 ottobre, con cui i giudici hanno respinto due ricorsi di Eni, che chiedeva l’annullamento degli atti del Cips di acquisizione di circa 300 ettari di aree dell’ex polo petrolchimico abbandonate da anni, e dell’avviso emanato dal Consorzio per realizzare impianti di produzione di idrogeno sulle stesse aree dismesse.

Forte di questa sentenza il Cips ha rilanciato oggi le proprie proposte per riqualificare la zona industriale, prima fra tutte la realizzazione di una filiera dell’idrogeno verde, ottenendo il sostegno pieno dei sindacati e del sindaco di Porto Torres.

“Lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde è in costante crescita in Europa e in Italia e il progetto presentato da un gruppo industriale solido e qualificato potrà realizzarsi a Porto Torres in virtù delle ideali condizioni presenti sul sito industriale – ha spiegato il presidente del Cips, Valerio Scanu – Per questo riteniamo valido e irrinunciabile il progetto presentato che, peraltro, si è aggiudicato un contributo dal Pnrr di 10 milioni di euro per un investimento iniziale di circa 74 milioni euro”.

I programmi del Cips per Porto Torres non prevedono solo l’idrogeno: ci sono anche la riqualificazione dello scalo industriale con la realizzazione di una nuova banchina tra la diga foranea e il pontile secchi e, negli spazi retroportuali, lo sviluppo di cantieristica navale e di un hub trasporti.

Progetti che hanno l’appoggio delle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, le quali alzano la posta chiedendo “il rilancio del piano per la chimica verde, pretendendo dal governo nazionale la convocazione della Cabina di regia e ribadendo a Eni e Novamont che si devono realizzare investimenti capaci di avviare una nuova fase, coerente con quanto previsto nel Protocollo del 2011”.

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