L’arte è un processo di connessione simbolica tra umani, questo avviene attraverso archetipi simbolici originari, bastano 21 archetipi originari per porre in comunicazione tutta l’umanità ponendola dinanzi la sintesi della conoscenza e della coscienza comune originaria, riportandoci in quella dimensione dove non esistono i linguaggi di genere, ma soltanto un unico grande linguaggio comune.
Capite? Nessun distinguo tra Arte e Scienza, tra Matematica e Religione e tutto ciò che volete voi, tutto il resto? Inutile in termini di conoscenza e coscienza. Questo per ragionare su cosa? Su un mio lavoro, che si trova nella Pizzeria La Maddalena a Capoterra, dell’imprenditore Giovanni Ruggeri, il quale ha avuto un’intuizione, quella di ritirare, conservare e preservare, tutte le cose che erano nel mio bilocale di Via San Saturnino 7 a Cagliari. Fine Aprile scorso, chiesi a Giovanni Ruggeri aiuto, perché l’agente immobiliare, mi stressava in una maniera indicibile nel nome del consegnare l’immobile all’attuale proprietaria vuoto, non sapendo come fare, ho chiesto aiuto a Giovanni, imprenditore, collezionista, attivista politico, Architetto e Dio solo sa quante altre cose…, il quale ha avuto un’intuizione, conservo tutto per ricreare il tuo ambiente quando sarà possibile e restituirlo alla memoria di chi l’ha attraversato e conosciuto, in fondo gli studi e le case degli artisti (posto che io lo sia, ma per qualcuno pare di si) sono il loro riflesso, l’ambiente di un artista è nodale (lo sanno bene gli storici dell’arte) per capire come nascono i suoi processi creativo cognitivi e la sua organizzazione del lavoro (che se di arte e d’artista stiamo parlando è la sua vita).
Non sappiamo quando e come Giovanni presenterà al pubblico la mia casa studio privata, presa e trasportata così come era nel momento in cui la lasciavo, sappiamo però dei frammenti li ha già esposti, cose che io stesso avevo dimenticato d’avere fatto, come i fondi del mio armadio, sui quali avevo eseguito gli schizzi primigeni delle Sculture che avrei realizzato per i Simposi di Scultura d’Iglesias (facenti capo alla volontà politica d’Ubaldo Scanu), Giovanni gli ha notati e da intuitivo qual’è ha pensato che l’intuizione primigenia di un progetto meritava d’essere mostrata, non ha saputo aspettare e ha mostrato quello che in genere non si mostra al pubblico nella sua pizzeria.
Da quel giorno di tanto in tanto, qualche amico o amica di passaggio da lui, che non lo conosce, mi riconosce nello stesso e m’invia la foto dello schizzo-studio intimo e privato consegnato al pubblico. La settimana scorsa Gloria Quaranta, collega del Foiso Fois mi ha inviato uno scatto scrivendomi “questo l’hai fatto tu, vero?”, l’altra sera invece la foto me l’ha inviata Valentina Argiolas, voi non lo sapete, ma nel 2000 sbarcato a Iglesias (all’epoca il liceo Artistico “Remo Branca” era sede distaccata del Foiso Fois, da docente precario di ventisei anni, era una mia studentessa di maturità, dopo la maturità non si è più fermata, Licenza di Scultura con il massimo dei voti con lode a Sassari e studi di Restauro a Firenze per poi tornare nel sud dell’isola e risiedere proprio a Capoterra, entrata nel locale di Giovanni, ha riconosciuto il mio lavoro privatissimo (embrione di un progetto), l’ha fotografo e me l’ha inviato un attimo prima di conoscere Giovanni: il simbolo è questa cosa qui, mappa territori, connette energie e percorsi della memoria, accomuna nel nome di un sentire comune chi sa riconoscerlo, questo cosa determinerà? Su tutto che il principale self made man dell’imprenditoria Capoterrese abbia conosciuto la regina del Restauro isolana, ma chi vi dice che nel progetto di Giovanni, di fare nascere una galleria d’arte contemporanea a Capoterra (sarebbe la prima nella storia di Capoterra) Valentina non possa avere un ruolo autorevole? In fondo chi meglio di Valentina, che la mia casa studio l’ha conosciuta, potrebbe ricostruirla nelle dinamiche insieme a Giovanni?
Provate a fermare la comunicazione simbolica insita nel linguaggio dell’arte, è oltre lo spazio tempo e preserva la memoria traducendola in materia oltre i confini geolocalizzati della nostra identità corporea, culturale e fiscale.
P.s. Le foto dei due lavori, sono quelle che mi hanno inviato via whatsapp Gloria Quaranta e Valentina Argiolas, senza conoscersi, mi hanno inviato una foto ciascuna dei due lavori esposti, questa cosa è se non magia sincronica? Non potevo non scrivere questo pezzo!
di Mimmo Di Caterino