La Sardegna da vivere e scoprire a piedi, a passo lento, in tutte le stagioni, sia sulle coste che nell’interno.
La Regione guarda sempre più al turismo destagionalizzato, esperienziale e slow, puntando sui 15 sentieri tra itinerari e cammini religiosi che si snodano per 800 chilometri, riuniti in un unico brand. “Noi Camminiamo in Sardegna 2024” è parte di un più ampio progetto voluto dall’assessorato regionale al Turismo guidato da Franco Cuccureddu. Partita il 30 settembre la 3/a edizione si conclude il 5 ottobre.
Otto i cammini spirituali dei quali sette iscritti al registro regionale: Sant’Efisio, Francescano in Sardegna, minerario di Santa Barbara, Santu Jacu, San Giorgio vescovo di Suelli, Via dei Santuari, ma c’è anche 100 Torri, oltre al progetto pilota, ovvero il Cammino dei Beati, che tocca cinque centri nel nuorese. Sette le Destinazioni di pellegrinaggio della Sardegna: Dorgali, Galtellì, Gesturi e Laconi insieme, Luogosanto, Orgosolo, Sant’Antioco. Oltre 70 i comuni coinvolti, 500 i partecipanti tra operatori turistici della comunicazione e dell’informazione.
“Abbiamo deciso di proseguire con questo progetto partito dalla scorsa legislatura e di potenziarlo – ha spiegato in conferenza stampa l’assessore Cuccureddu – Per diventare attrattori turistici a tutti gli effetti i cammini hanno bisogno di infrastrutture e stiamo procedendo grazie a un fondo complessivo di 4 milioni che arrivano dal Mit. Si potranno così offrire sentieri più fruibili, tracciati, con tanto di segnaletica e informazioni e che lungo strada offrono servizi di accoglienza e ricettività”.
Il progetto è l’occasione per attraversare borghi e sentieri segnati dal passaggio nei secoli di fedeli e pellegrini, ma anche scenari ambientali, boschi, dune, falesie a picco sul mare, siti minerari e archeologici, eremi, testimonianze millenarie e a contatto con le comunità. Le esperienze vissute saranno raccontate nel corso della conferenza conclusiva, il 5 ottobre a Cala Gonone. Il 4 invece, appuntamento con tutti i camminatori a Galtellì “Il turismo lento – ha sottolineato l’esponente della giunta Todde – rappresenta un potenziale fattore di sviluppo economico per i luoghi coinvolti e una necessaria opportunità di diversificare l’offerta nel corso di tutto l’anno e su tutto il territorio regionale. Il 2025 è l’anno del giubileo, per cui se tutte le strade portano a Roma speriamo che qualche cammino passi per la Sardegna”.