Bisognerà attendere qualche giorno per conoscere la decisione dei giudici del Tribunale di sorveglianza di Cagliari in merito alla richiesta di libertà condizionale per Beniamino Zuncheddu, l’ex allevatore di 58 anni di Burcei, da 32 in carcere, condannato in via definitiva all’ergastolo per il triplice omicidio dell’8 gennaio del 1991, quando sulle montagne di Sinnai furono uccisi tre pastori e una quarta persona rimase gravemente ferita.
Zuncheddu, che da sempre si proclama innocente, è attualmente in regime di semilibertà: può uscire dal carcere di Uta per lavorare ma deve ritornare in cella la sera.
Questa mattina ha preso parte all’udienza.
“I giudici si sono riservati, sapremo la decisione entro la settimana”, ha confermato all’ANSA l’avvocato difensore Mauro Trogu.
All’esterno del palazzo di giustizia, nuova manifestazione di sostegno a Zuncheddu promossa dai Radicali: con l’avvocato Trogu erano presenti la Garante regionale dei detenuti Irene Testa, il sindaco di Burcei Simone Monni, con molti compaesani, l’esponente dell’associazione Socialismo Diritti e Riforme Maria Grazia Calligaris, don Ettore Cannavera e il cantautore Pietro Marras.
Nel frattempo, il 14 novembre prossimo a Roma, riprende in Corte d’appello il processo per la revisione della sentenza all’ergastolo passata in giudicato: per il suo avvocato e i tanti attivisti e compaesani che stanno sostenendo la sua battaglia si tratta di un clamoroso errore giudiziario: “Beniamino deve tornare libero”, è l’appello corale.