Nel mese di maggio nell’Unione Europea più Efta e Regno Unito sono state immatricolate 1.092.901 auto, il 2,6% in meno dello stesso mese del 2023.
Nei primi cinque mesi del 2024 le vetture vendute sono 5.569.024, in crescita del 4,6% sull’analogo periodo dell’anno scorso. I dati sono dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei. Stellantis ha immatricolato a maggio in Unione Europea, Paesi Efta e Regno Unito 158.389 auto, il 6,9% in meno dello stesso mese del 2023. La quota di mercato è in calo dal 18,1% al 17,4%. Nei primi cinque mesi dell’anno le immatricolazioni del gruppo sono state 834.973, lo 0,5% in più dell’analogo periodo del 2023 con la quota di mercato al 18,2% rispetto a 18,9%.. “L’andamento negativo del mercato a maggio è dovuto in misura considerevole a una frenata delle immatricolazioni di auto elettriche in calo nel mese del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 con veri e propri crolli in alcuni mercati importanti come quello della Germania (-30,6%) e dell’Italia (-18,3%) e con una contrazione delle vendite di elettriche pure, passata dal 15,2% del 2023 al 13,9%”. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. “Questa frenata delle elettriche è dovuta soprattutto – spiega – al venir meno degli incentivi in alcuni grandi Paesi. In Italia dovrebbe attenuarsi proprio perché lo stanziamento per gli incentivi per le elettriche disponibile sulla piattaforma del Ministero competente dal 3 giugno, è stato bruciato integralmente già il 3 giugno”. Mentre è ancora viva la polemica sull’opportunità di adottare pesanti dazi per le importazioni di auto dalla Cina, da più parti – sottolinea il Csp – si sollecita una ridefinizione della politica della Ue per la transizione energetica nell’auto e ciò anche perché n alcuni mercati importanti, come quello del Regno Unito, l’acquisto di auto elettriche è ancora trainato soprattutto dalle flotte, che adottano l’elettrico per questioni di immagini. In Germania, dove gli acquisti di auto elettriche hanno fatto registrare un drastico calo, Reinhard Zirpel, presidente dell’associazione tedesca dei costruttori di autoveicoli, segnala che “il crollo a maggio delle immatricolazioni dei veicoli completamente elettrici è massiccio” e che “sono ora necessari piani politici e contromisure per ripristinare la fiducia dei consumatori sulla mobilità elettrica”. Queste considerazioni – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – valgono anche per l’Italia che nella graduatoria delle auto elettriche non è all’ultimo posto nell’Europa Occidentale, ma poco ci manca in quanto la quota a maggio è pari al 3,6% contro il 4,1% del maggio 2023 e contro il 13,9% dell’intera Europa Occidentale.
“In Italia veniamo da una lunga campagna elettorale che ha visto spesso al centro i temi del settore automotive, con la difesa delle alimentazioni tradizionali a scapito di quelle di ultima generazione come l’elettrico”. Lo sottolinea il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinal. “In Europa, all’indomani del voto – prosegue – sono fiorite dichiarazioni, da parte di esponenti dei partiti premiati dalle urne, riguardo alla necessità di rivedere il Green Deal. L’Unrae auspica che si faccia chiarezza il più presto possibile sulle politiche ambientali della Ue, che condizionano pesantemente le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto: operatori e clienti hanno oggi più che mai bisogno di certezze, per potersi orientare in una transizione estremamente complessa. La lunga attesa tra i primi annunci dei nuovi incentivi e la pubblicazione del Dpcm che li ha resi operativi ha paralizzato il mercato delle auto Bev e Phev. Con l’apertura della piattaforma per le prenotazioni sono andati esauriti in poche ore i poco più di 200 milioni del fondo dedicato, assorbiti dalle richieste insoddisfatte nei mesi precedenti, lasciando migliaia di acquirenti nell’impossibilità di acquistare l’auto che desideravano. Ci auguriamo ora che i 240 milioni residui per gli incentivi, comprensivi dei 178 che avrebbero dovuto essere resi disponibili già da subito, vengano prontamente stanziati con un nuovo Dpcm, andando a rifinanziare le dotazioni per la fascia 0-20 g/Km di CO2, palesemente insufficienti per soddisfare la domanda. Ribadiamo l’auspicio che venga presto indicata una strategia chiara, con un orizzonte di almeno 2-3 anni, in tema di incentivi e supporti alla transizione, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti ed evitare che nuovi stop & go creino ulteriori danni al mercato”.
“A maggio il mercato europeo dell’auto, dopo la ripresa di aprile (+12%), inverte la tendenza e registra una flessione, seppure contenuta, -2,6%”. Lo sottolinea Gianmarco Giorda, direttore generale dell’Anfia. Nel quinto mese dell’anno, guardando ai cinque major market (incluso Uk), rallentano Italia (-6,6%), Germania (-4,3%) e Francia (-2,9%), mentre si mantengono positivi Spagna (+3,4%) e Regno Unito (+1%). A maggio, la quota di penetrazione delle vetture elettriche pure (Bev), pari al 13,9%, supera nuovamente la quota delle vetture diesel (11,6%), come nel mese precedente. In Italia, invece, l’immatricolato diesel pesa per il 14,4% delle vendite nel mese, contro l’appena 3,6% delle Bev (in miglioramento rispetto al 2,4% di aprile).
“Nel nostro Paese, l’entrata in vigore dal 3 giugno del nuovo ecobonus, il cui impatto effettivo sarà misurabile nei prossimi mesi – osserva Giorda – ha già portato a un rapido esaurimento dei fondi per l’acquisto delle auto nella fascia 0-20 g/Km di CO2 e dei veicoli commerciali elettrici. Per quanto riguarda l’Italia, in questo momento si evidenzia la necessità di mettere a terra, insieme al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le proposte di politica industriale emerse dai lavori del Tavolo Sviluppo Automotive per accrescere la competitività sia dei produttori di autoveicoli, sia della componentistica. Tra le misure prioritarie, quelle volte a favorire un incremento dei volumi produttivi annuali di autoveicoli e un fattivo coinvolgimento della componentistica in questo processo di rilancio della produzione”