In Marocco donne più libere e potenti, ma disoccupate

epa10509547 Moroccan women shout slogans during a protest calling for gender equality as they mark International Women's Day in Rabat, Morocco, 08 March 2023. International Women's Day (IWD) is observed annually on 08 March worldwide to highlight women's rights, as well as issues such as violence and abuse against women. The theme of IWD 2023 is 'DigitALL: Innovation and technology for gender equality'. According to the United Nations, 37 percent of women around the world do not use the internet, leading to a digital gender gap that widens economic and social inequalities. EPA/Jalal Morchidi

Sono ben più che la metà del cielo, perché da un punto di vista matematico le donne in Marocco sono 18.406.000 e gli uomini 18.263.000.

Si sposano meno (il 34,8 % dai 15 ai 59 anni vive da sola) e vivono più a lungo (78,6 anni nel 2022 rispetto ai 72,1 del 2001).

Sul lavoro hanno ancora molto terreno da recuperare eppure pian piano stanno raggiungendo i posti chiave del potere. L’Alto commissariato al programma (HCP), la società di statistica del Marocco, svela le cifre in rosa. Una fotografia in bianco e nero, alla vigilia della revisione del Codice della famiglia che promette di riesaminare libertà personali e differenze di genere. La speranza viene anche da quel 24% di posti in rosa nell’emiciclo del governo, il doppio rispetto al 12% del 2011. In Parlamento, dalle 67 poltrone del 2011 sono arrivate alle 96 del 2021. Ma a parità di formazione e titoli solo il 33,3% di donne tra i 25 e i 59 anni, in Marocco, ha un lavoro. Per gli uomini la percentuale è del 92,2%. Le cifre sono relative al 2022 e se si guarda al tasso di occupazione è pari al 13,7% nelle aree urbane e al 21,9% in quelle rurali, per le donne sopra i 15 anni.

Nel mondo al femminile la disoccupazione tocca il 32,7% delle donne di età compresa tra 15 e 34 anni rispetto al 19,8% degli uomini. Resta una sacca del 37,3% di donne che hanno tra i 15 e i 24 anni e che non hanno istruzione di alcun tipo, né lavoro, né formazione. La quota di uomini nelle stesse condizioni è del 13,5%. Sono solo il 30,8% le donne che hanno almeno un titolo di studio secondario (contro il 45,5% degli uomini). Per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione per età (15-17 anni), il divario tra zone rurali e urbane è evidente: è rispettivamente del 47,6% e del 96,1%. Eppure tra gli scranni di giudici e avvocati le toghe al femminile sono passate dal 22,3% del 2012 al 25,5% dell’anno scorso. La violenza economica e sessuale contro le donne è comunque in aumento: sono aumentate rispettivamente dall’8 al 15%, e dal 9 al 14% tra il 2009 e il 2019. La violenza contro le donne e le ragazze resta perpetrata principalmente all’interno dello spazio coniugale e familiare con una prevalenza del 52,1%, seguita dall’ambiente educativo con un tasso del 18,9% e dall’ambiente professionale (15,4%). Negli spazi pubblici la prevalenza è del 12,6%.

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