Presso la Casa Russa a Roma è stata inaugurata la mostra del Museo Nazionale Russo della Musica dedicata al 220° anniversario della nascita di Michail Glinka (1804-1857).
Il grande compositore è considerato il fondatore dell’opera nazionale russa. Il suo lavoro strettamente legato all’Italia: ha soggiornato sulla penisola dal 1830 al 1833 e ha dato un enorme contributo al rafforzamento dei legami culturali tra i due paesi. Combinando elementi della cultura musicale russa e italiana, Glinka è diventato l’autore del fenomeno del “bel canto russo”.
Mostra “Michail Glinka. Viaggi Musicali” racconta i viaggi di Glinka in giro per l’Italia e in altri paesi. La mostra comprende manoscritti dell’autore, programmi di concerti, ritratti di musicisti amici del maestro, litografie dell’Ottocento con vedute delle città visitate dal compositore. Inoltre, la mostra offre la possibilità di ascoltare esecuzioni originali di frammenti di opere, romanzi e brani strumentali di Michail Ivanovich, scansionando QR codici posizionati sui panelli.
Tenendo conto dell’interesse del pubblico italiano per la personalità del compositore, alla realizzazione della mostra ha preso parte anche il Museo del Teatro e delle Arti Musicali di San Pietroburgo, che ha fornito bozzetti di scene e costumi delle opere di Glinka dalla propria collezione. È già la terza mostra nell’ambito della collaborazione della Casa Russa a Roma e il Museo della Musica di Mosca. Nel 2023, nella Capitale Italiana sono state presentate raccolte di documenti unici in occasione di eventi dedicati al 150° anniversario della nascita di Sergej Rachmaninov e Fedor Šaliapin. Successivamente queste mostre sono state esposte in altre città e regioni d’Italia, in 58 regioni della Russia e 44 paesi del mondo.
“Si crede che in Occidente la musica classica abbia avuto origine da Mozart e in Russia da Glinka. È un uomo che ha lavorato molto su se stesso e sulle sue opere musicali”, afferma il direttore del Museo Nazionale Russo della Musica Mikhail Bryzgalov, presente all’inaugurazione. Secondo lui, “Se non ci fossero stati i suoi viaggi: tre anni in Italia, diversi anni in Germania, Spagna, non avremmo mai conosciuto Glinka che conosciamo oggi. Ha creato la prima opera russa, diversa da qualsiasi altra cosa, in cui il personaggio principale era il popolo.”
Il direttore del Museo della Musica ha riferito che i lavori per la mostra andavano avanti già da diversi mesi. Dopo Roma la mostra sarà allestita a Berlino. “Con il sostegno del Ministero della Cultura russo e delle Case Russe all’estero, stiamo organizzando queste mostre nei paesi in cui è stato Michail Ivanovich e dove il suo nome è conosciuto”, ha sottolineato Bryzgalov.
A completare l’esposizione principale ci sono materiali d’archivio forniti dal Teatro dell’Opera di Roma : locandine di spettacoli, fotografie di produzioni nel corso degli anni, nonché ritagli di giornali italiani con recensioni di critici dell’arte dell’epoca.
Il programma della serata è proseguito con il concerto dei docenti dell’Accademia Russa di Musica Gnesin. Il solista del Teatro Bolshoi Leonid Bomstein (tenore) e il vincitore di concorsi nazionali e internazionali Aleksey Vaker (pianoforte) hanno eseguito musiche di Michail Glinka, Sergej Rachmaninov, Nikolaj Rimskij-Korsakov e altri.
“Nelle condizioni attuali, quando il mondo è diviso, l’amore e l’interesse del pubblico straniero per la cultura russa sono di particolare valore”, afferma il direttore della Casa Russa a Roma Dariya Pushkova. “La collaborazione con grandi realtà culturali, come ad esempio il Teatro dell’Opera di Roma, che per questa mostra ci ha messo a disposizione il suo archivio, diventa ancora più importante. Stiamo organizzando questa mostra dedicata a Glinka insieme al Museo Nazionale Russo della Musica. Questo è il terzo esempio della nostra collaborazione”. Secondo la direttrice, “Glinka, che ha vissuto e lavorato in Italia, aiuta a comprendere l’importanza dell’interazione storica e culturale, il nostro passato comune, senza il quale non possiamo costruire un futuro. Tali eventi ci aiutano a mantenere buone relazioni tra i nostri paesi e la nostra gente”.