Incendio all’ospedale di Tivoli trasferiti 200 pazienti a Roma. Sono quattro le vittime

Sono circa duecento le persone evacuate dall’ospedale di Tivoli, alle porte di Roma, dove ieri sera è divampato un grosso incendio.

I pazienti, a seconda delle criticità e delle esigenze, sono stati ricoverati in vari ospedali della capitale. L’incendio sarebbe divampato nel seminterrato della struttura, coinvolgendo inizialmente la camera mortuaria, poi parte delle cucine e il primo piano, ma il fumo denso si sarebbe propagato anche ai livelli superiori. Almeno uno dei pazienti sarebbe stato trovato morto per la mancanza di ossigeno. Oltre alle tre vittime decedute per l’incendio, sarebbe stato estratto il quarto corpo di una persona già morta, che era tenuto nella camera mortuaria.

Sono quattro i corpi estratti nell’incendio divampato nella tarda serata di ieri all’ospedale di Tivoli. Per i quattro anziani è stata disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso. Dalle prime informazioni, sembrerebbe che uno di loro sia morto per cause non riconducibili al rogo divampato nel terzo piano interrato della struttura.

Sono in corso le ultime ispezioni dei vigili del fuoco negli ascensori dell’ospedale di Tivoli, dove nella tarda serata di ieri è divampato un incendio. La struttura risulta completamente evacuata e inagibile.

Nei prossimi giorni, quando l’ambiente si sarà raffreddato ci sarà un sopralluogo per stabilire le cause del rogo. Sul posto polizia e carabinieri di Tivoli che hanno contribuito soprattutto nella prima fase di evacuazione degli allettati e per la messa in sicurezza di sacche di sangue per le emergenze.

La Procura di Tivoii ha aperto un fascicolo di indagine in relazione all’incendio avvenuto questa notte all’ospedale San Giovanni Evangelista e che ha provocato la morte di quattro persone. Disposta l’autopsia sui corpi delle vittime per accertare le cause del decesso.

Tre persone sono morte in seguito all’incendio che si è sviluppato nella tarda serata di ieri nell’ospedale di Tivoli, comune alle porte di Roma. Si tratta, secondo quanto si apprende, di due persone che sarebbero morte intossicate e una terza a causa di un infarto. Una quarta persona sarebbe invece deceduta poco prima che scoppiasse l’incendio.
Le fiamme sono state spente ma è ancora in corso l’evacuazione dell’ospedale, che è stato invaso dal fumo. Circa 150 i pazienti già trasferiti mentre un’altra quarantina si troverebbero ancora all’interno della struttura.
L’incendio sarebbe partito da alcuni locali dove si troverebbero alcuni ambulatori. Le stanze sono al piano -2 dell’ospedale e da lì le fiamme avrebbero raggiunto il pronto soccorso e la Terapia intensiva. Altri reparti non sarebbero stati invece toccati, ma il fumo molto denso ha invaso tutto l’ospedale e per questo si è resa necessaria l’evacuazione dell’intera struttura.

Decine di pazienti evacuati dall’ospedale di Tivoli, dove nella notte è divampato un incendio, sono stati trasferiti nella vicina palestra comunale, allestita dalla Protezione civile locale con coperte, cuscini e brandine. Lo scrive sui social il sindaco di Tivoli, Giuseppe Proietti. “La palestra comunale Maramotti – fa sapere Proietti – è utilizzata come struttura di passaggio per i pazienti che qui attenderanno di essere trasferiti con ambulanza presso altre strutture ospedaliere”.

“Vogliamo chiarezza sulle cause della morte di nostra madre. Ci hanno detto che è morta nel momento in cui è scoppiato l’incendio, ma non per il fumo. Lei aveva 84 anni e aveva un problema ai polmoni, era stata nuovamente ricoverata tre giorni fa al terzo piano. Ora la sua salma si trova nella cappella dell’ospedale perché non è stato possibile portarla nella camera mortuaria”. Cosi i familiari di Giuseppina Virginia Facca, uno dei pazienti morti durante l’incendio scoppiato all’ospedale di Tivoli. “Ci hanno detto che nostra madre non è morta per l’incendio anche se però il decesso è avvenuto negli stessi attimi, noi vogliamo la verità. Abbiamo appreso della sua morte da un notiziario locale”, spiega davanti all’ospedale Olga Ilari, una delle figlie, in attesa di vedere la salma della donna assieme alla sorella.

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