Si è svolta lo scorso 21 settembre l’udienza che ha visto l’interrogatorio di Omar Cabua, l’ambientalista da cui è nata l’inchiesta e che grazie alle sue denuncia ha portato al processo in corso. Cabua, difeso dall’avvocato Pierandrea Setzu, ha evidenziato, con dettagli importanti quello che viene considerato dalla procura un disastro ambientale nella zona tra Samatzai e Nuraminis.
L’inchiesta che vede coinvolti cinque indagati e accanto a loro, a rispondere a livello amministrativo per estensione temporale e territoriale, figura pure Italcementi, uno dei principali colossi mondiali del cemento.
In particolare, è stata contestata la realizzazione di una discarica di rifiuti anche pericolosi in assenza di autorizzazione, proseguendo nell’attività di interramento, iniziata negli anni ‘70 del secolo scorso, di rifiuti di varia natura anche pericolosi quali: mattoni refrattari d’altoforno esausti, rifiuti inerti da demolizione industriale, rifiuti metallici e ferrosi, rifiuti di vetro, rifiuti costituiti da terre polverulente di colore bianco, grigiastro, rossastro, ocraceo e scuro, bidoni di olio combustibile esausto, plastiche, eternit (cemento amianto), rifiuti provenienti dalla manutenzione industriale, rifiuti della produzione industriale del cemento e clinker; interramenti sistematici di materiali costituenti rifiuti a tutti gli effetti nei seguenti siti: area denominata NU1 (area interna allo stabilimento sud est) con un volume stimato di rifiuti interrati pari a 443 metri cubi, area denominata NU2 (area Pet-Coke) con un volume stimato di rifiuti interrati pari a circa 88,18 metri cubi; area denominata NU4 (Su Linnarbu) con un volume stimato di rifiuti interrati pari a circa 195.000 metri cubi, area denominata NU6 (Sa Corona) con un volume stimato di rifiuti interrati pari a circa 1.350 metri cubi.
“Fluorsid smaltiva scarti di rifiuti nello stabilimento di Samatzai”, queste le parole dell’accusatore, Omar Cabua, testimone chiave del processo che nell’’udienza del 21 settembre ha fatto il nome dell’azienda di Macchiareddu del patron del Cagliari Tommaso Giulini.
Secondo Cabua, difeso dall’avvocato Pierandrea Setzu, all’interno dello stabilimento Italcementi di Samatzai c’era un’attività di smaltimento illegale di rifiuti, che poi aggiunge di aver parlato con un dipendente della ditta di Macchiareddu (già arrestato dalla Forestale nell’ambito dell’inchiesta sulla Fluorsid terminata col patteggiamento di 11 persone) il quale gli disse in via confidenziale che una parte degli scarti tossici della Fluorsid di Macchiareddu veniva portata all’interno dello stabilimento Italcementi di Samatzai per essere smaltita nel forno.
La prossima udienza si svolgerà, il 5 ottobre è sarà l’occasione di sentire i pareri tecnici delle forze dell’ordine che hanno provveduto e sequestrare i terreni nel territorio di Samatzai e Nuraminis.
All’esterno del Tribunale di Cagliari è previsto un sit-in di solidarietà nei confronti di Omar Cabua, “Che ha avuto il coraggio di portare a processo l’Italcementi”