Torna, per la ventiseiesima stagione, Report, il programma ideato da Milena Gabanelli e da sei anni curato e condotto da Sigfrido Ranucci, in un nuovo orario, la domenica alle 20.55 su Rai 3.
Tre le inchieste della puntata di domenica 8 ottobre, realizzate con la consueta collaborazione di Bernardo Iovene, Michele Buono, Cataldo Ciccolella, Elisa Marincola, Ilaria Proietti e di Alessia Marzi.
La prima, dal titolo “Non sono una santa”, firmata da Giorgio Mottola, con la collaborazione di Greta Orsi, torna a occuparsi delle società della ministra Daniela Santanchè. A tre mesi dall’intervento al Senato in cui aveva promesso di pagare la liquidazione agli ex dipendenti di Ki Group e di avviare la ristrutturazione di Visibilia, Report è andato a verificare come stanno andando le cose. All’orizzonte non sembra esserci una schiarita, e la trasmissione manderà in onda audio esclusivi su altri dipendenti di Visibilia che avrebbero lavorato nonostante fossero in cassa integrazione a zero ore, allargando lo sguardo a colui che viene considerato il padrino politico della Santanchè, Ignazio La Russa, con la seconda inchiesta, sempre firmata da Giorgio Mottola, con la collaborazione di Greta Orsi e la consulenza di Marco Bova, “All’origine del potere dei La Russa”.
Sebbene si sia trasferita a Milano alla metà degli anni ‘50, nella mappa del potere della famiglia La Russa la Sicilia è ancora oggi centrale. Il paese di origine, Paternò, è la capitale del loro impero politico e finanziario: oltre alla prestigiosa figura del presidente del Senato Ignazio La Russa, questa cittadina alle pendici dell’Etna di appena 45mila anime si è aggiudicata il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, un parlamentare e un consigliere del Csm. Con documenti inediti e testimonianze esclusive, Report indaga sulle origini del potere e della ricchezza della famiglia La Russa. E in particolare sullo strettissimo legame con un controverso finanziere paternese, Michelangelo Virgillito, che dal nulla aveva costruito un impero finanziario che sarebbe scaturito grazie al patrimonio di ebrei costretti ad abbandonare il paese per le leggi razziali. Ad amministrare questo patrimonio chiamerà, nel dopoguerra, Antonino La Russa che rimarrà anche dopo gli anni Settanta, quando si scoprirà che la galassia delle società messe in piedi da Virgillito erano state finanziate dal banchiere della mafia Michele Sindona. Report ricostruirà anche con documenti e testimonianze inedite il ruolo diretto di Ignazio La Russa nelle vicende riguardanti alcuni call center e in alcune società dove si trovano soci con il passato ingombrante.
La terza e ultima inchiesta della prima puntata della nuova stagione è “Ultima fermata”, di Danilo Procaccianti, con la collaborazione di Goffredo De Pascale e Norma Ferrara.
Viareggio, Pioltello, Bressanone: una lunga sequenza di incidenti sulle linee ferroviarie costata la vita a decine di persone. Le ultime cinque morti sono avvenute a Brandizzo, erano operai al lavoro sui binari senza autorizzazione. C’è chi paventa l’errore umano, ma la Procura di Ivrea sta indagando su una possibile catena di responsabilità. Come viene effettuata la manutenzione e chi controlla che ogni intervento sia a norma? “I nostri sistemi sono certificati”, ha dichiarato in commissione parlamentare l’amministratore delegato di Rfi, Rete ferroviaria italiana, l’ingegnere Gianpiero Striscuglio, all’indomani della morte dei cinque operai travolti da un treno transitato ad alta velocità. Ansfisa, l’agenzia deputata al controllo, ha sempre rilasciato l’autorizzazione di sicurezza a Rfi, , accompagnandola con una lista di prescrizioni. Venti giorni dopo l’incidente di Brandizzo, l’Agenzia ha deciso di eliminare l’Ufficio ispezioni sostituendolo con uno che si occupa di supervisioni. Quanto è sicura la rete ferroviaria italiana? Report ha scoperto che in Rfi c’è chi segnala i rischi per la sicurezza e viene richiamato e sanzionato.