Un’isola che supera di oltre due punti percentuale l’indice di vecchiaia nazionale.
Con il 26,8% della popolazione composta da over 65 (rispetto al 26,3% del 2022) e con un rapporto tra decessi e nascite che presenta un saldo naturale in costante peggioramento
È la Sardegna fotografata dal rendiconto sociale dell’Inps presentato nella sede di viale Diaz a Cagliari.
In questo scenario di riferimento l’Inps ha liquidato 20.495 nuove pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia e superstiti) nel corso del 2023, mentre sono circa 425.000 quelle in vigore. Gli importi regionali sono più bassi rispetto alla media nazionale, i tempi di liquidazione sono in media entro i 30 giorni. Per l’invalidità civile il dato è in costante crescita con 20.316 nuove prestazioni liquidate nel 2023 (+8,8% rispetto al 2022) e 128.438 prestazioni vigenti. Con riferimento al mercato del lavoro, i dati evidenziano, come per le altre regioni, un prodotto interno lordo in aumento. A fronte dell’aumento del tasso di occupazione si registra anche un lieve calo del tasso di disoccupazione.
L’indice di impiego della forza lavoro evidenzia come i settori di maggiore rilievo sono il commercio, le istituzioni dello Stato, il settore finanziario, quello dei servizi di alloggio e ristorazione. Un dato significativo emerge per la Sardegna: a fronte di una riduzione del numero medio di imprese rispetto al 2022 (da 150.650 a 147.927), si registra un aumento del numero medio di addetti, che passa da 490.995 del 2022 ai 522.650 del 2023. Inoltre, pur restando largamente prevalenti (96,8% del totale), si riduce rispetto al 2022 il numero di microimprese (da 1 a 9 addetti) e aumenta il numero di quelle piccole (10 – 49) e medie (50 – 249).
Nel settore privato, permangono redditi medi giornalieri più bassi della media nazionale. Con riferimento agli ammortizzatori sociali, il 2023 ha visto aumentare il numero di beneficiari di per cessazione del rapporto di lavoro, dovuto soprattutto all’aumento delle domande accolte di Naspi. Le sedi sarde hanno erogato il beneficio entro 30 giorni per circa il 94%. Anche per la cassa integrazione ordinaria i tempi medi di autorizzazione sono passati da 44 giorni nel 2022 a 24 giorni nel 2023.
“Il contesto socio-economico – ha detto il direttore regionale Francesco Ciro Di Bernardo – è migliorato rispetto al 2022. Noi stessi come Inps abbiamo fatto notevoli passi avanti: siamo ad un livello di organizzazione interna che consente la liquidazione delle pensioni medie tra 30 giorni. Stesso discorso per quelle che sono disoccupazioni. Stiamo praticamente avviando quella nuova forma di presenza sul territorio, portando l’Inos in posti dove non c’è. L’occupazione è aumentata, questo è un dato più che positivo, anche se c’è un aumento dei contratti a tempo determinato ma questo è un fenomeno che può essere generalizzato in tutta Italia. Altro dato positivo: c’è un’elevata percentuale di Durc che sono regolari già in partenza, una testimonianza della rispondenza del tessuto aziendale a questa ripresa post Covid.
Qualche appunto dal Comitato regionale Inps: “Uno su tutti – ha detto il presidente Renato Arba – riguarda ad esempio l’invalidità civile. Ci sono migliaia di pratiche ancora inevase: bisogna intervenire per abbattere questi tempi di attesa lunghissimi. Stiamo lavorando per trovare delle soluzioni” scrive Stefano Ambu per l’Ansa.