Interessi di natura edilizia dietro la chiusura del CTO di Iglesias e del Sirai di Carbonia?

L'Opinione di Claudia Zuncheddu

Dopo anni di tagli al CTO di Iglesias e al Sirai di Carbonia, tra chiusure e mancate aperture di servizi nuovi e ben organizzati, con la logica di concentrare i servizi sanitari in un ospedale unico, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I due ospedali sono in parte chiusi e in parte implosi, con due comuni messi l’uno contro l’altro per l’accaparramento dell’ospedale unico, secondo i piani della politica di questi anni.

Ciò che la politica ignora è che il vastissimo territorio del Sulcis Iglesiente, necessita dei due ospedali efficienti, con una razionalizzazione dei servizi, tale da evitare inutili doppioni di reparti. Ai politici a poco è servito l’effetto della chiusura del Pronto Soccorso del CTO in certi periodi, con l’implosione del Servizio di Emergenza Urgente del Sirai.

L’incapacità della politica a gestire la Sanità, lo conferma ancora oggi la neo assessora alla Politiche sociali Angela Scarpa del comune di Iglesias, con la proposta di “programmazione di tutte le iniziative necessarie per destinare l’ex Casa Serena, nel centro di Iglesias, all’ospedale unico”.

La Rete Sarda ritiene scellerata questa proposta. Ancora una volta si ignorano le esigenze sanitarie del territorio, le difficoltà nei tempi, nei costi e nella riorganizzazione di un nuovo ospedale, con la chiusura dei due colossi della Sanità del Sulcis Iglesiente, benchè in sofferenza per i tagli e la carenza di personale.

La Sanità non può essere oggetto di “guerre di campanile” per l’accaparramento dell’ospedale unico, dietro le cui ristrutturazioni o costruzioni ex novo si celano solamente interessi di natura edilizia.

La Rete Sarda ribadisce gli anomali orientamenti di investimento del Pnrr per la “Missione 6 Salute”: Investimenti in infrastrutture e in tecnologia. Quindi ancora mattoni e cemento.  Non un cenno alla carenza del personale sanitario. La Sanità in Sardegna necessita di medici e di infermieri senza i quali la stessa tecnologia non può funzionare.

Non vorremmo che dietro i 15,63 miliardi del Pnrr, di cui una parte da destinare alle infrastrutture, si celassero forti interessi edilizi in nome della Sanità.

 

Claudia Zuncheddu portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica

Rita Melis – Coordinamento della Rete Sulcis Iglesiente.

Exit mobile version