Io parlo l’arte: Diego Miedo!

L'Opinione di Mimmo Di Caterino

Al Liceo Don Lorenzo Milani, il principale Liceo dell’area metropolitana Napoli Est, per la serie d’incontri “Io parlo l’arte”, Focus d’apprendimento e approfondimento didattico, a cura del Dipartimento d’Arte, coordinato dalla storica dell’arte e archeologa Simona Speranza e rappresentante dall’artista Veronica Vecchione, su invito della fotografa, grafica e docente Francesca Pisano, gli studenti del triennio d’arte figurative, hanno incrociato e incontrato l’esperienza di Diego Miedo, vera pietra miliare della recente storia dell’arte Indy Napoletana.
Artista in grado d’attraversare generi solo apparentemente distanti, come quello della street art, del fumetto e anche dell’attivismo giornalistico informativo.

L’incontro è stato come sempre molto partecipato, Diego, dopo una lectio magistralis sul fumetto la sua storia, e le principali traiettorie sociali e politiche del fumetto contemporaneo, dal punto di vista generazionale ha fatto presente, come sia cambiato l’approccio alla street art nell’ultimo decennio e anche a come si faccia confusione tra street art e public art, “la street art non la s’impone, la si condivide spontaneamente con la comunità, l’arte non deve essere belle o piacere, deve aprire spazi di comunicazione, riflessione e interazione sociale li dove compare, non la si può imporre, non è propaganda”, facendo presente anche un suo tendere verso il fumetto, nel nome del fatto che male accetta lavorare esclusivamente per “ricconi, mi chiedevo, perché devono possedere un mio lavoro? Non che non venda quando devo, ma per certi versi il fumetto può arrivare a tutti”, suscitando l’intervento di una studentessa che ha evidenziato: “Non sono d’accordo, l’arte deve fare riflettere, non bisogna limitarsi al ben fatto, il tuo lavoro lo dimostra, se può servire, dopo questa tua fase di riflessioni, quando ricomincerai, mi farebbe piacere se facessimo un pezzo insieme, un fumetto lo devi cercare da consumatore e addetto ai lavori, il pezzo, ti sorprende e ti fa riflettere, che tu lo voglia o no.”

Ma questo è stato solo uno degli interventi, in un chiave di riflesso generazionale, gli è stato chiesto come e se affrontasse le critiche, come nascesse un fumetto e anche quanto possa essere limitante un docente d’arte alla formazione artistica (domanda che condivido, i Licei artistici, esistono e hanno un senso nelle ore d’indirizzo, se docente e studenti sanno descolarizzare la creatività in un’ottica laboratoriale transgenerazionale comune).
“Un Maestro serve, personalmente io non ho mai avuto la fortuna d’incontrare un docente che m’abbia cambiato la vita, ma conosco chi ha avuto questa fortuna, ma ho individuato i miei riferimenti che mi hanno consentito di crescere, strutturarmi e formarmi, anche non troppo distanti da me, come Kaf e Cyop. Di base se volete fare gli artisti, dovete lavorare ogni giorno, per bisogno ed esigenze, se non lavoro e disegno ogni giorno, mi sento male.”

Questa è la naturale forza devozione e vocazionale dell’arte, e in questa sua divulgazione didattica e dialettica col territorio, con la formazione a alta formazione artistica, il Liceo Don Lorenzo Milani, diventa nodo di periferia che sa essere centrale, nella vita culturale e artistica dell’intera area di Napoli città metropolitana.
Parlando d’area metropolitana, quando si capirà che senza Alta Formazione Artistica a Cagliari, Cagliari resterà sempre periferia di una qualsiasi periferia che con la sua Alta Formazione Artistica si radica nel territorio, ma il protocollo d’intesa con l’Accademia di Sassari, per germinare la sede distaccata a Cagliari, è stato posto in essere? Così, solo per sapere come orientarmi in cabina elettorale, visto che a Cagliari risiedo e ancora voto.

 

di Mimmo Di Caterino

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